Il banchiere siciliano Michele Sindona morì il 22 marzo 1986 in circostanze misteriose, mentre si trovava in carcere in Italia. Sindona era stato un influente finanziere e banchiere internazionale, coinvolto in scandali finanziari legati alla mafia, alla loggia massonica P2 e al Vaticano. La sua morte avvenne per avvelenamento da cianuro, e i dettagli intorno a questo evento sono stati oggetto di speculazioni e sospetti.
Contesto della morte:
Nel 1980, Sindona fu condannato negli Stati Uniti per bancarotta fraudolenta e altri reati legati alla gestione della Franklin National Bank, che era fallita sotto la sua direzione. Fu estradato in Italia nel 1984 per affrontare accuse relative al suo coinvolgimento nella bancarotta del Banco Ambrosiano e altri reati finanziari. Nel 1986, era detenuto nel carcere di Voghera in attesa di ulteriori processi, dopo essere stato condannato all’ergastolo per l’omicidio del suo collaboratore Giorgio Ambrosoli, il liquidatore del suo impero finanziario.
La dinamica della morte:
Il 20 marzo 1986, pochi giorni dopo essere stato condannato all’ergastolo per l’omicidio Ambrosoli, Sindona bevve un caffè che gli fu servito nel carcere. Poco dopo si sentì male e cadde in coma. Due giorni dopo, il 22 marzo, morì. L’autopsia rivelò che era stato avvelenato con cianuro.
Le ipotesi sulla morte:
La morte di Sindona è stata oggetto di numerose teorie e speculazioni. Le due principali ipotesi sono:
- Suicidio: Secondo una versione ufficiale, Sindona si sarebbe tolto la vita. Si riteneva che avesse deciso di suicidarsi per evitare di affrontare ulteriori umiliazioni e conseguenze penali. Inoltre, Sindona aveva ripetutamente affermato di preferire la morte piuttosto che vivere dietro le sbarre.
- Omicidio: Molti osservatori, tuttavia, hanno avanzato l’ipotesi che Sindona sia stato assassinato. La sua morte eliminava una figura chiave che avrebbe potuto rivelare importanti dettagli su legami tra mafia, massoneria, Vaticano e politica italiana. Questa teoria è stata alimentata dal suo coinvolgimento in affari illeciti e dalle numerose minacce di morte che aveva ricevuto.
Nonostante le indagini, il caso della morte di Michele Sindona rimane avvolto nel mistero, con dubbi persistenti sulle reali circostanze che hanno portato al suo avvelenamento.