Il Maestro e Margherita di Michail Bulgakov è un romanzo complesso che intreccia elementi del fantastico con una profonda critica sociale, morale e filosofica. Ambientato principalmente a Mosca negli anni Trenta, il romanzo narra la visita del Diavolo, sotto il nome di Woland, nella città sovietica atea e materialista. Al suo arrivo, Woland e i suoi strani compagni – tra cui il sarcastico gatto Behemoth e il sinistro Korov’ev – causano disordini e caos, smascherando l’ipocrisia, la corruzione e la mancanza di spiritualità della società.

Trama

La narrazione si divide in due filoni principali che si intrecciano tra loro:

  1. La Storia di Mosca – Woland arriva a Mosca e sconvolge la vita di molte persone, in particolare di personaggi collegati al mondo della cultura e dell’intellettualità. È in questo contesto che incontriamo Margherita, una donna disperata per la perdita del suo amante, il Maestro. Quest’ultimo è uno scrittore che ha composto un romanzo su Ponzio Pilato, ma è stato emarginato e internato in un ospedale psichiatrico. Margherita, pronta a tutto pur di ritrovarlo, stringe un patto con Woland e accetta di diventare una strega, partecipando al suo sabba in cambio della libertà del Maestro.
  2. La Storia di Ponzio Pilato – La seconda trama è il romanzo del Maestro, che racconta la vicenda di Ponzio Pilato, il governatore romano in Giudea, e il suo conflitto interiore riguardo la condanna a morte di Jeshua Ha-Nozri (Gesù di Nazareth). Pilato prova simpatia per Jeshua, ma alla fine si sottomette all’autorità dell’imperatore e condanna il profeta. Questo racconto diventa una potente allegoria della paura e della sottomissione.

Significato Allegorico

Il Maestro e Margherita è un’opera ricca di allegorie e significati. Ecco alcune delle interpretazioni più significative:

  1. Critica alla società sovietica – Bulgakov usa la figura del Diavolo e i suoi scherzi per mettere in luce l’ipocrisia e l’ateismo militante dell’Unione Sovietica, un sistema che rifiutava la spiritualità e opprimeva la creatività e la libertà individuale.
  2. Dualismo bene-male – Woland rappresenta un male che però, paradossalmente, espone i vizi e i difetti della società, quasi per una sorta di giustizia divina. Il bene e il male, nel romanzo, sono due forze che si equilibrano: la giustizia terrena è corrotta, mentre quella ultraterrena, incarnata dal Diavolo, sembra più onesta e diretta.
  3. Libertà e potere dell’amore – Il personaggio di Margherita è un simbolo di amore e dedizione assoluta. La sua forza deriva dall’amore per il Maestro, e solo attraverso la sua determinazione riesce a sfidare il Diavolo e la società. Il suo viaggio rappresenta il potere dell’amore come forza sovversiva e redentrice.
  4. La redenzione dell’anima – L’episodio di Pilato simboleggia la sofferenza dell’uomo intrappolato tra il potere e il senso di giustizia. Il perdono che Woland concede al Maestro e a Margherita alla fine del romanzo è una sorta di riconciliazione e redenzione, che li porta in un luogo di pace, lontano dalle sofferenze della vita terrena.
  5. Metafora della censura e della persecuzione artistica – Attraverso il personaggio del Maestro, Bulgakov riflette le difficoltà degli artisti che cercavano di esprimersi in un clima di censura e repressione.

In sintesi, Il Maestro e Margherita è una critica incisiva della realtà sovietica, un’esplorazione filosofica del bene e del male, e una celebrazione del potere dell’amore e dell’arte. L’opera suggerisce che, in un mondo dominato dalla superficialità e dall’oppressione, solo l’amore e la libertà artistica possono portare a una vera forma di redenzione.