di Tiziano Boccacini

Collaborazioni B2B

Focalizziamoci, per cominciare, sull’offerta di soluzioni B2B (business to business) nel campo dello sviluppo di tecnologie digitali. I servizi digitali di cui un’impresa può avere bisogno includono la programmazione di software, strumenti per il web design, animazione 3D, XR e molto altro. Per le questioni tecniche, la differenza tra un collaboratore esterno e uno interno è diventata più sottile rispetto a qualche anno fa. Aumentano i manager che cercano di impiegare il lavoro di aziende esterne, non solo per ridurre i costi, ma perchè esse offrono opportunità di networking e di partnership. La tendenza per le imprese digitali è di interagire con un crescente ecosistema di servizi; in altre parole, sta aumentando l’outsourcing, in italiano, esternalizzazione: da non confondersi con la delocalizzazione o la decentralizzazione.

Nel business digitale, utilizzare un servizio esterno per ottimizzare un modello operativo comporta, frequentemente, la nascita di sinergie che vanno oltre la semplice relazione cliente-fornitore: si tratta di collaborazioni informali, in cui entrambi i team condividono know-how, esperienze, e opportunità di sviluppo congiunto. Questa interazione permette alle aziende di accedere a nuove competenze e idee che non solo risolvono dei problemi tecnici, ma migliorano la capacità di adattarsi alle sfide di un mercato in costante cambiamento. Consapevoli di cosa sta “bollendo nella pentola” del vicino infatti, queste imprese, più ricettive, tendono ad un’innovatività più connessa.

Viral Loop

Il social media marketing (SMM) è oggi una prassi consolidata. Per implementarla, anche se si dispone di specialisti interni, si utilizzano servizi di altre aziende, come sponsorizzazioni su piattaforme social, Content Management System (CMS), Website Builder, Domain Hosting, ecc. Non solo è strategico, ma necessario. L’esperienza che il team ha avuto interfacciandosi con un particolare servizio esterno può diventare una storia di successo da condividere, creando un valore aggiunto per entrambi i brand. Tale collaborazione implicita porta vantaggi tangibili, come la possibilità di sviluppare partnership operative e procedere in alcuni casi a fusioni o acquisizioni (M&A). In questo contesto, ogni impresa che adotta e promuove un servizio digitale può trasformarsi da semplice cliente a nodo di una rete relazionale di visibilità e presenza commerciale. 

Pensiamo ad una startup in rapida crescita che elogia pubblicamente il contributo ricevuto da un’azienda che le ha erogato un servizio, è molto più che una recensione! Non solo dà un’immagine dinamica del proprio brand, ma crea un contatto tra le community. Questo fenomeno si osserva spesso nel mondo Blockchain, dove sono tutti propensi a sviluppare infrastrutture all’avanguardia, ma mancano gli utenti che ne facciano davvero uso. Dunque nel marketing si ricorre all’intervento dei crypto-influencer. In genere fare l’influencer non significa solo avere grandi numeri: una community di 100 membri estremamente attivi o a loro volta influenti può esercitare un impatto significativo in un settore di nicchia. Questo valore relazionale rende l’influencer autentico un punto di riferimento che attira brand alla ricerca di credibilità e di una connessione diretta con il pubblico. Lo scambio reciproco di complimenti, detto mutual endorsement, cross-promotion o più informalmente shoutout permette al pubblico di conoscersi e scoprire interessi comuni, creando un viral loop, “circolo di viralità”, che si potrebbe anche definire una social proof, “prova sociale”.

Tina Brown, che ha coniato il termine Gig Economy

Gig Economy

Quando le collaborazioni non avvengono tra aziende, ma tra un’azienda e singoli professionisti che non fanno parte del suo team, emerge un nuovo rapporto di lavoro. Questo modello flessibile sta portando il lavoro a progetto a sostituire il lavoro retribuito ad ore. Gli incarichi richiesti come singola mansione sono detti “gig”. Il termine “gig”, derivato dal mondo musicale, indica “una singola esibizione”. A parlare della Gig Economy è stata invece la giornalista Tina Brown, per la prima volta nel 2009. L’ha definita in questo modo per descrivere la crescente tendenza dei lavoratori al lavoro a progetto tramite piattaforme digitali, il cui compenso sia determinato per obiettivi o risultati prestabiliti. Questa soluzione consente alle aziende di risparmiare sui costi legati all’impiego a tempo indeterminato. Per i freelance, il lavoro a progetto rappresenta un’opportunità di aumentare la propria visibilità e costruire un portfolio concreto delle proprie skills (capacità).

Nel 2009 infatti si stava diffondendo Uber, una piattaforma che permetteva a tutti i possessori di un’automobile di diventare tassisti in proprio, senza vincoli. Il modello della Gig Economy si è poi espanso con piattaforme per lo scouting di specialisti da tutto il mondo. Fiverr nasce nel 2010 per richiedere e offrire piccoli incarichi da 5 dollari ciascuno. Upwork invece, dal 2015 offre soprattutto personale qualificato da tutto il mondo alle grandi aziende, soprattutto per assemblare team ad hoc per lavori da remoto, fino al raggiungimento dei risultati. Fiverr ancora oggi permette di comprare o vendere lavori a progetto (con costi moderati, mediamente intorno ai cento dollari), mentre Upwork si adatta meglio a operazioni complesse o di lunga durata.

Web3 e DAO

Il web3 rappresenta l’avvento e la normalizzazione di questo ecosistema collaborativo iper-connesso in cui i fornitori diventano partner, le community si integrano, e l’innovazione si diffonde più rapidamente. Le aziende, così, non sono isolate, ma fanno parte di un sistema in cui la condivisione di esperienze e competenze porta benefici a tutti i partecipanti. I software open source sono un motore di innovazione collettiva, dove i membri, oltre a sviluppare nuove funzionalità, plasmano l’intera direzione del progetto. Per mantenere elevata la partecipazione, molti protocolli adottano meccanismi di gamification, assegnando ricompense tramite micropagamenti, soprattutto utilizzando dei crypto token come feedback o contributi.

In questo contesto vale menzionare il mondo delle Organizzazioni Autonome Decentralizzate (DAO),, una forma emergente di gestione decentralizzata basata sulla filosofia open source e sulla decentralizzazione resa possibile dalla tecnologia blockchain. Le DAO permettono alle organizzazioni di operare senza la classica governance, affidando agli smart contract (contratti automatizzati) l’esecuzione delle decisioni prese dai membri. Questo modello è particolarmente interessante per le startup che desiderano operare in modo agile e trasparente, riducendo i costi e incentivando la partecipazione della community internazionale. Ad esempio, alcune startup nel campo della finanza decentralizzata (DeFi) utilizzano DAO per gestire flussi di scambio in maniera collaborativa, evitando un controllo centralizzato sulle transazioni.

Enterprise Premium Plans

Un elemento importante da considerare è la differenza tra usare un servizio online gratuito, una versione premium e una versione premium aziendale con assistenza personalizzata. Usare la versione gratis,  freemium, spesso significa avere accesso a funzionalità di base, ma senza alcun supporto dedicato. La versione premium, invece, sblocca funzionalità avanzate che migliorano l’esperienza d’uso e aumentano l’efficienza, ma l’assistenza è generalmente limitata a tutorial e FAQ. Infine, una versione premium aziendale (business o enterprise) con assistenza personalizzata offre non solo tutte le funzionalità disponibili, ma anche il supporto da parte dei  membri del team. Questo tipo di assistenza consente alle aziende di risolvere problemi in modo rapido e personalizzato, ottenendo consulenze specialistiche dall’interazione più stretta con il team di supporto, un vantaggio significativo per chi deve affrontare sfide complesse o ha bisogno di soluzioni altamente personalizzate.

Prendiamo come esempio il web design e l’UX design. Un’azienda potrebbe assumere un designer interno, il che comporta un impegno economico fisso che include stipendio, benefit e formazione continua. Secondo uno studio di Glassdoor, lo stipendio medio per un designer UX negli Stati Uniti si aggira intorno ai 90.000 dollari l’anno. D’altra parte, un’iscrizione premium a servizi come Figma o Webflow, che costano qualche centinaio di dollari l’anno, offre accesso a strumenti avanzati e a un intero team di esperti che lavorano dietro le quinte. Attraverso tutorial, consulenze dedicate e assistenza clienti altamente qualificata, questi servizi possono offrire una gamma di competenze molto più conveniente. Ad esempio, Webflow offre soluzioni integrate per il web design che consentono alle aziende di sviluppare siti web senza bisogno di codifica avanzata, supportando gli utenti con un team di esperti pronti a rispondere a qualsiasi problema tecnico o esigenza creativa. Un altro esempio è Canva Pro, che fornisce accesso a funzionalità avanzate e a un vasto team di supporto per aiutare a realizzare grafiche professionali. L’accesso a queste piattaforme offre non solo strumenti all’avanguardia, ma anche la possibilità di beneficiare dell’esperienza collettiva di un’intera community di esperti.

Pubblicità Gratuita

La pubblicità gratuita è una strategia di marketing in cui due o più parti si promuovono reciprocamente senza compenso diretto. Questo approccio, comune nelle dinamiche digitali, permette di aumentare la credibilità e visibilità. Ad esempio, un giovane YouTuber di libri recensisce case editrici e titoli, costruendo un seguito fedele di lettori. Menzionando le sue preferenze e criticando ciò che apprezza meno, attira spettatori che cercano orientamento nel panorama editoriale. Le case editrici ottengono pubblicità gratuita, mentre il recensore conquista un pubblico più ampio e autorevole. In modo simile, una startup fintech può inserire nella sezione del Team come advisor il CTO di una startup partner o l’ex professore universitario di finanza. Questi consiglieri guadagnano visibilità tra i contatti della startup, mentre quest’ultima si arricchisce della loro reputazione, rendendo la collaborazione vantaggiosa per entrambe le parti. Anche nel mondo dei podcast, l’intervista al CEO di una Corporation famosa, mettiamo Disney, è un’opportunità win-win: In questa intervista, Bob Iger rappresenta Disney e parla del suo lavoro davanti a un nuovo pubblico, mentre il podcast ottiene contenuti di valore, attirando ascoltatori interessati. Infine, una giovane artista emergente che espone opere a un evento aziendale beneficia della visibilità presso un pubblico diversificato, mentre il brand ospitante arricchisce l’evento con un tocco creativo e unico. Questi esempi illustrano come la pubblicità gratuita possa creare un circolo virtuoso di vantaggi.

Conclusione

L’adozione strategica dei servizi digitali non è quindi solo una questione di efficienza operativa per risolvere problemi tecnici: è una potente leva di networking e di sviluppo di nuove opportunità di business, capace di trasformare il ruolo di un semplice fornitore in quello di un prezioso collaboratore. Inoltre, scegliere di investire in abbonamenti premium può fornire una flessibilità e una gamma di competenze che vanno ben oltre quelle di un singolo esperto assunto in azienda, favorendo un approccio più agile e interconnesso alla gestione del business. In un contesto in cui la velocità e la capacità di adattamento sono cruciali, le aziende che sanno sfruttare questi ecosistemi digitali hanno una marcia in più per rimanere competitive e far crescere velocemente la propria base di utenti.