I codici medievali sono manoscritti prodotti principalmente tra il V e il XV secolo, realizzati su pergamena o vellum (pelli di animali trattate) e spesso decorati con miniature e calligrafie raffinate. Questi testi includevano opere religiose, scientifiche, letterarie e giuridiche e rappresentano uno degli apici della cultura visiva e intellettuale del Medioevo.
La bellezza dei colori e delle miniature
Le miniature erano illustrazioni pittoriche, spesso a piena pagina o inserite tra le colonne di testo. La loro realizzazione seguiva tecniche estremamente precise e richiedeva materiali costosi, tra cui:
- Colori brillanti: I pigmenti utilizzati erano spesso ricavati da minerali preziosi o rari. Ad esempio:
- Lapislazzuli: Da questo minerale blu si estraeva l’azzurrite, un pigmento di altissimo valore.
- Oro e argento: Applicati in foglia o polvere per decorare lettere iniziali, bordi o motivi decorativi.
- Vermiglione: Ricavato dal cinabro, per tonalità rosse intense.
- Verde malachite e giallo orpimento: Spesso usati per dettagli naturalistici.
- Porpora: Derivata da molluschi o preparata artificialmente, simbolo di regalità e potere.
- Tecnica dell’illuminazione: Le miniature erano dipinte con pennelli sottilissimi e, in alcuni casi, con strumenti per incidersi dettagli minuti. L’oro, usato per illuminare la pagina, veniva applicato sotto forma di foglia o brunitura, creando riflessi che simulavano la luce.
- Motivi decorativi: I bordi delle pagine erano spesso ornati con fiori, animali fantastici, simboli religiosi e scene narrative che raccontavano il contenuto del testo. Alcuni codici integravano persino dettagli umoristici o satirici.
Come venivano creati
La produzione di un codice medievale era un processo complesso che coinvolgeva diverse figure:
- Copisti: Scrivevano il testo utilizzando inchiostri preparati con fuliggine, gomma arabica e altri materiali.
- Miniatori: Creavano le decorazioni e le miniature, utilizzando tecniche di stratificazione dei colori e applicazione di oro e argento.
- Legatori: Cucivano i fascicoli e producevano le copertine, spesso arricchite con intarsi in cuoio, avorio o pietre preziose.
Codex Amiatinus: la piu’ antica versione della Bibbia
Il Codice Amiatino, o Bibbia Amiatina, è la più antica copia manoscritta (e la più fedele) conservatasi integralmente della Bibbia latina secondo la Vulgata di san Gerolamo.
Il Chansonnier cordiforme è uno dei più celebri manoscritti a forma di cuore, una rarità nella storia della codicologia. Creato intorno al 1470, questo prezioso volume fu commissionato da Jean de Montchenu, un canonico destinato a diventare vescovo. È conservato presso la Biblioteca Nazionale di Parigi (BnF, Ms. Rothschild 2973) e raccoglie 43 canzoni di alcuni dei più importanti compositori del XV secolo, come Guillaume Dufay.
La caratteristica distintiva del Chansonnier è la sua forma: quando chiuso, appare come un cuore, e ogni pagina è tagliata in modo tale da mantenere questa sagoma. È anche riccamente decorato, riflettendo lo stile lussuoso dell’epoca.
Il Codex Argenteus, uno dei manoscritti più preziosi e affascinanti della storia, è un documento gotico risalente agli inizi del VI secolo, noto per contenere una delle prime traduzioni del Nuovo Testamento in una lingua diversa dal latino. Il testo è scritto nell’antica lingua germanica dei Goti e fu tradotto nel IV secolo dal vescovo ariano Ulfila, che creò un apposito alfabeto per traslitterare l’idioma orale gotico in forma scritta.
Caratteristiche del manoscritto
- Materiali preziosi: Il Codex prende il nome dall’inchiostro d’argento utilizzato per scrivere il testo. Gli inizi dei capitoli sono arricchiti con lettere in oro, e il supporto è costituito da pergamena tinta di porpora, un colore tradizionalmente associato alla regalità e al potere imperiale.
- Storia: Fu trascritto a Ravenna sotto il regno di Teodorico il Grande, re degli Ostrogoti, che ne commissionò la copia agli inizi del VI secolo.
- Mutilazioni e ritrovamento: Dei 336 fogli originali ne rimangono solo 187. Il manoscritto venne riscoperto nel Cinquecento e successivamente entrò nelle collezioni di Rodolfo II d’Asburgo a Praga. Nel 1654 fu trasferito in Svezia come bottino di guerra, durante la Guerra dei Trent’anni.
- Conservazione attuale: Oggi il Codex è custodito nella biblioteca Carolina Rediviva dell’Università di Uppsala, in Svezia.
Importanza culturale e linguistica
Il Codex Argenteus rappresenta una pietra miliare per lo studio della lingua e della cultura gotica. La traduzione di Ulfila non solo permise la diffusione del cristianesimo tra i Goti, ma anche la creazione di una tradizione scritta per una lingua germanica precedentemente esclusivamente orale. Dal punto di vista storico, il manoscritto testimonia i contatti tra la cultura germanica e il mondo tardo-antico romano.
I Salmi di Anna Bolena sono un manoscritto straordinario non solo per il contenuto, ma anche per le sue dimensioni. Questo piccolo libro, conservato presso la British Library di Londra (Stowe 956), misura appena 4 cm di altezza, rendendolo uno dei più piccoli manoscritti miniati del tardo Medioevo e del Rinascimento.
Caratteristiche del manoscritto
- Traduzione in inglese: Contiene una versione dei Salmi, rendendolo un esempio significativo della devozione privata e del gusto per i libri in miniatura tipico dell’epoca.
- Proprietà di Anna Bolena: Questo minuscolo manoscritto è legato alla figura di Anna Bolena, la seconda moglie di Enrico VIII. La sua presenza conferisce al manoscritto un forte valore storico e simbolico, in quanto testimonianza della vita e del culto personale della regina.
- Ritratto inquietante di Enrico VIII: All’inizio del libro appare il più piccolo ritratto conosciuto di Enrico VIII, un dettaglio che aggiunge fascino e mistero al volume, considerato il tragico destino di Anna Bolena.
Alcuni manoscritti medievali