La caduta del presdidente Bashar al-Assad in Siria, un evento che sembrava improbabile fino a pochi mesi fa, rischia di indebolire le relazioni del medio-oriente con Trump. L’intensificarsi delle offensive dei ribelli, i problemi economici e il graduale isolamento geopolitico del regime sono i principali elementi che hanno contribuito a questa situazione. Assad ha perso il controllo di aree chiave, come Aleppo, e il suo governo è stato messo sotto pressione da Russia e Turchia, che cercano di ridisegnare i loro rapporti di influenza nella regione.

Le conseguenze geopolitiche di una caduta del regime sarebbero significative. La Siria è stata per anni un punto nevralgico per le dinamiche di potere tra Russia, Iran, Turchia, Israele e Stati Uniti. La sconfitta di Assad potrebbe indebolire l’influenza iraniana nella regione, considerando che il regime era uno dei principali alleati di Teheran, ma potrebbe anche provocare un vuoto di potere che alimenterebbe nuovi conflitti tra fazioni locali e potenze esterne. La Turchia, per esempio, potrebbe cercare di consolidare la propria influenza nel nord della Siria, mentre Israele e Stati Uniti potrebbero vedere l’opportunità di contenere Hezbollah e altre milizie sostenute dall’Iran.

Sul piano umanitario, il rischio di una nuova ondata migratoria è elevato, con milioni di sfollati interni ed esterni già in condizioni disperate. La comunità internazionale dovrebbe affrontare una crisi complessa, con possibili ripercussioni sui paesi vicini e sull’Europa, dove la questione migratoria resta politicamente sensibile