di Roberto Siconolfi

Se l’Occidente woke, liberal, rappresenta un modello di superamento del liberalismo classico, dell’individualismo, della liberal-democrazia in senso politico verso un modello neo-socialista, eco e cyberfemmista, postumanista, nella variante di governo (democratici, UE, WEF) e di lotta (Mélenchon, Black Lives Matter, centri sociali, ecc.).

Un secondo tipo è il post-liberalismo statalista, il classico regime illiberale come in Russia, Ungheria, e che ha aperture anche negli USA con certe correnti cattolico-conservatrici (Deneen, Vermeule, Dreher), in particolare nella figura di J.D. Vance. È statalista, interventista in economia, per la strategia egemonica, identitario in senso etinco-nazionale (ad eccezione del multinazionalismo imperiale russo) e sintetizzato nella triade Dio-Patria-Famiglia.

Ma un terzo modello di post-liberalismo potrebbe essere incarnato, anche simbolicamente, nella figura di Elon Musk. Sulla base della vecchie correnti paleolibertarie e anarco-capitaliste del conservatorismo anglo-sassone, ma miscelate con i nuovi dispositivi imperiali del web, questo terzo modello è libertario, individualista, minarchico, anti-statalista, multinazionale, o meglio a-nazionale (perché a-geografico) anti-woke, si giova di culti sincretici tecno-occultistici, e viene fuori e proprio grazie al tecno-neofeudalesimo alla Elon Musk.

Tutti e tre questi modelli si giovano di forme di economia mista (a vario grado), e hanno una componente sistemica quanto radicale, alle volte combinata.

Ricordiamo, infatti, che un’idea, un modello politico non viene mai applicata mai in modo puro ma sempre diversificato, graduale, in base alle variabili presenti.

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