Martina di Giovanni
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Plotino (205 – 270 d.c.) è il fondatore e maggiore esponente del neoplatonismo, l’ultima grande filosofia pagana che è sintesi di tutta la precedente filosofia sia greca che ebreo- cristiana ed è alla origine di una delle più grandi tradizioni filosofiche dell storia.


Nel primo trattato delle Enneadi V, Plotino descrive l’ascesa della anima a Dio cioè all’Uno attraverso lo Spirito (Nous, intelletto) e la generazione dell’Uno.
L’ascesa ha inizio quando l’anima del singolo smette di apprezzare le altre cose più di se stessa e si ricorda della propria origine, riconoscendosi come causa si vita per tutte le realtà sensibili.
L’anima del singolo, per Plotino, è una parte della Anima del mondo, la quale muove il cielo infondendogli l’anima, anima tutti gli astri facendone altre divinità ed è divina essa stessa.
Attraverso l’Anima del mondo, di cui si riconosce parte, l’anima del si filo sale al grado superiore della realtà, cioè allo Spirito di cui l’Anima del mondo è immagine, pensiero espressione proiezione molteplice.
Lo Spirito a sua volta è Padre della Anima, ossia principio generatore dell’Uno.
Contemplando lo Spirito attraverso l’Anima del mondo, l’anima del singolo si domanda a sua volta come lo Spirito sia stato generato dal Nous.


La risposta di Plotino è che l’Uno, restando immobile, genera lo Spirito allo stesso modo in cui il sole emana da sè il suo splendore, il fuoco il suo calore, le sostanza odorose il profumo.
Tutti gli esseri emanano dalla loro essenza una certa qual esistenza e generarono di inferiore a se stessi.
Così l’Uno genera lo Spirito che è secondo rispetto ad esso ed è pensiero di esso, come l’Anima del mondo è pensiero dello Spirito.
L’Uno è al di là dell’essere, lo Spirito è l’essere, l’Anima del mondo è il terzo grado dell’essere, o la terza ipostasi.
Gli stessi gradi si ritrovano nella anima del singolo, la quale deve rivolgersi a se stessa, rientrare in se stessa, come quando si fa tacere la voce interiore per udire la voce superiore