ROBERTO JONGHI LAVARINI

Solo gli stati sovrani (ovviamente le monarchie, il Vaticano e l’Ordine di Malta – SMOM, ma anche alcune repubbliche come quella di San Marino) e i Patriarcati della Chiesa Ortodossa canonica possono riconoscere titoli nobiliari storici e concederne di nuovi. Nel mondo cattolico occidentale, solo i sovrani, sul trono o in esilio, mantengono questa facoltà, non i loro eredi legittimi. E infatti le Case Asburgo, Borbone e Savoia non concedono titoli nobiliari. Diversa è la tradizione ortodossa bizantina e orientale, dove, i capi delle legittime dinastie già sovrane, riconosciute dalla competente Chiesa Ortodossa canonica, possono, sempre in accordo con le aurorità religiose, non solo riconoscere diritti storici ma anche concedere, come benemerenze simboliche, nuovi titoli nobiliari onorifici.

Gli storici Corpo della Nobiltà Italiana (CNI – CILANE) e Collegio Araldico di Roma, i serissimi IAGI e ICOC, l’Unione Bizantina (della Nobiltà del Romano Impero e dell’Ecumene Ortodossa), le varie commissioni araldiche degli ordini cavallereschi come quelli Costantiniano e Mauriziano e la nostra Consulta Araldica di Aristocrazia Europea, pur autorevoli, possono solo aiutare gli interessati a ricercare e documentare eventuali prove di nobiltà e ad ottenere i sopracitati riconoscimenti e concessioni.

I sedicenti tribunali arbitrali che in Italia si occupano di queste materie sono, purtoppo, quasi tutti, delle spregiudicate truffe combinate, ora, infatti, finalmente, al vaglio della magistratura ordinaria dello stato, sia in sede penale che civile.

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