La sessualità di Gabriele D’Annunzio è uno degli aspetti più discussi e controversi della sua figura, oscillando tra mito e realtà. Scrittore, poeta, drammaturgo, ma anche personaggio pubblico e provocatore, D’Annunzio costruì intorno a sé un’immagine potentemente sensuale, quasi mitologica, che ha contribuito a creare una vera e propria “leggenda erotica” del Vate. Vediamo i due poli di questa dicotomia:


1. Il Mito della Sessualità Dannunziana

D’Annunzio fu maestro nel costruire il proprio personaggio. Alcuni elementi chiave del “mito erotico” dannunziano includono:

  • Seduttore instancabile: Si vantava di aver avuto centinaia di amanti, tra cui nobildonne, attrici, cantanti liriche, artiste. La sua fama di latin lover era alimentata sia dalla sua vita privata che dalla letteratura.
  • Amori celebri: Il più noto è quello con Eleonora Duse, attrice famosissima, con cui ebbe una relazione passionale e tormentata. Il loro rapporto, tra amore e rivalità artistica, è stato idealizzato e romanzato.
  • Erotismo nell’arte: I suoi scritti sono spesso intrisi di sensualità, con descrizioni intense e raffinate del corpo femminile e dell’atto amoroso, come in Il Piacere, L’Innocente, Il Fuoco.
  • Estetizzazione del sesso: Per D’Annunzio, l’erotismo era un’esperienza estetica, spirituale e quasi mistica. Non mera pulsione, ma strumento di elevazione e potere.

2. La Realtà Biografica e Psicologica

Dietro l’immagine pubblica, tuttavia, si cela una realtà più complessa:

  • Problemi fisici: Alcune fonti biografiche riportano che D’Annunzio soffrisse di problemi sessuali, come l’impotenza parziale o transitoria, specie negli ultimi anni. Questo rende la sua ostentazione erotica anche una forma di compensazione.
  • Dipendenza dal sesso come autoaffermazione: La sessualità, per D’Annunzio, era anche uno strumento per affermare il proprio dominio sugli altri, specie sulle donne, come parte di una più ampia ideologia superomistica.
  • Rapporti manipolativi: Diverse lettere e testimonianze descrivono relazioni in cui D’Annunzio esercitava un forte controllo psicologico sulle partner, in una dinamica che oggi potremmo definire tossica o narcisistica.
  • La vecchiaia e la decadenza: Negli ultimi anni della sua vita, ritirato al Vittoriale, continuava a coltivare la sua immagine erotica attraverso lettere e scritti, ma la dimensione concreta della sua sessualità era ormai più simbolica che reale.

Conclusione

La sessualità di Gabriele D’Annunzio è un perfetto esempio di sovrapposizione tra arte e vita, tra narrazione e realtà. Se da un lato egli ha incarnato l’archetipo del seduttore decadente, dall’altro ha vissuto in modo complesso, contraddittorio e spesso tormentato il proprio desiderio e il proprio corpo.

Il mito erotico è parte integrante della sua opera e della sua immagine pubblica, ma la realtà personale, fatta di fragilità, ossessioni e bisogno di affermazione, ci restituisce un uomo più sfaccettato e umano.