Francesco Pontelli 

Qualsiasi forma di elezione a metà del mandato governativo rappresenta una prima verifica relativa all’azione di governo , esattamente come negli Stati Uniti rappesentano le Midterm Elections.

In Italia abbiamo tanti appuntamenti elettorali ( decisamente troppi ) di minore consistenza elettorale rispetto agli Stati Uniti ma di uguale indicativa importanza .

Sembra incredibile , proprio in relazione agli esiti elettorali , come la maggioranza governativa potesse pensare di ottenere un successo nelle diverse città , dopo ventisei (26) flessioni consecutive della produzione industriale che rappresenta ,in particolar modo nelle regioni del nord ,oltre il 40% del PIL , calcolando con essa anche i servizi legati alla manifattura.

Questo atto di sfiducia , anche se molto parziale, come tale andrebbe interpretato ,  di conseguenza dovrebbe portare , se veramente l’obiettivo del Governo in carica fosse quello di assicurare un futuro migliore al paese , ad un rimpasto Radicale della compagine governativa.

A cominciare dal Ministri Urso , responsabile della totale assenza di una politica a sostegno del settore manifatturiero e contemporaneamente incapace di leggere le sfide internazionali dei mercati globali economici ed industriali .

Adolfo Urso

Per continuare con Salvini, sordo come pochi ad ogni sollecitazione relativa ad una rimodulazione delle priorità negli investimenti nonostante il paese si trovi in un periodo di forte crisi economica ( Ponte sullo stretto di Messina) .

Senza dimenticare Santanche’ , talmente incompetente da indicare l’economia turistica come il baricentro dello sviluppo economico italiano. 

E solo per citare gli esempi più evidenti , questi ministri dovrebbero lasciare il passo a personalità forse politicamente meno forti ma con maggiori competenze .

Senza dimenticare i dotti accademici al governo i quali , in relazione alla ridicola “riforma del cuneo fiscale” , hanno determinato una diminuzione dei salari reali ( De Leo) .

Arrivando a tale Fratin ,ministro dell’energia , che ha messo in crisi un sistema industriale e sull’orlo del lastrico le famiglie  attraverso la costante e continua crescita dei costi dell’energia , sostenendo gli aumenti a raffica delle accise , dell’Iva ( +17% ) e la  sospensione del mercato tutelato. 

Prova ne sia che ora produrre un’auto in Spagna presenti un costo energetico di 516 euro mentre in Italia di 1.414.

Certificando una volta di più come il problema del nostro sistema economico non sia rappresentato dai dazi, nel quale il governo si sta impegnando quasi per confermare la prova della propria esistenza in vita , quanto la totale assenza di una politica energetica.

Se ci si trovasse in un’azienda verrebbe cambiato immediatamente , se non il CdA , quanto meno il menagement.

Viceversa si ha la netta impressione che il governo in carica farà il classico orecchio da mercante esattamente come i precedenti governi nei decenni passati. 

Nonostante, poi , nelle prossime elezioni regionali l’attuale maggioranza riuscirà comunque ad ottenere una conferma elettorale ,  anche grazie alla totale assenza di competenze economiche di un’ opposizione che si dimostrando sempre indirizzata verso i processi di inclusione ( LGBTQIA+) ma assolutamente incapace di comprendere , esattamente come il governo in carica, le terribili conseguenze economiche e sociali del declino industriale italiano.

Tuttavia , nonostante questa opposizione , e la sua possibile riconferma alle prossime regionali 

per la maggioranza governativa il processo di disgregazione del consenso appare avviato, esattamente come nel caso delle precedenti maggioranze nei decenni passati. 

Mai come ora si dimostra attuale il pensiero di  A.Einstein “Non possiamo risolvere i problemi con lo stesso tipo di pensiero che abbiamo usato quando li abbiamo creati”.

Ma  veramente al governo pensavano che ignorare il declino del contesto economico nazionale, non avrebbe determinato delle conseguenze elettorali?