1. Introduzione: Il caos domestico e la società ipocrita

Il romanzo si apre con una delle frasi più celebri della letteratura:

“Tutte le famiglie felici si somigliano; ogni famiglia infelice è infelice a modo suo.”

Siamo a Mosca, a casa degli Oblonskij. Il principe Stiva Oblonskij ha tradito sua moglie Dolly. Per sedare la crisi familiare, arriva Anna Karenina, sua sorella, da Pietroburgo. Bellissima e intelligente, Anna è sposata con Aleksej Aleksandrovič Karenin, un uomo rigido e freddo, con cui ha un figlio, Serëža.

Durante il viaggio, Anna fa la conoscenza del conte Vronskij, giovane ufficiale, e tra i due nasce un’attrazione immediata.


2. L’amore proibito: Anna e Vronskij

Anna e Vronskij si incontrano spesso, e presto iniziano una relazione clandestina. Anna è dilaniata dal conflitto interiore: ama Vronskij con passione, ma non può lasciare il figlio. Tuttavia, rimane incinta e decide di confessare tutto al marito.

Karenin reagisce con fredda compostezza. Chiede solo che Anna mantenga le apparenze. Quando però Anna, dopo il parto (quasi mortale), si pente e chiede perdono, lui sorprendentemente la perdona, ma Vronskij tenta il suicidio.

Incapace di vivere nella menzogna, Anna lascia Karenin e Serëža per vivere apertamente con Vronskij in Italia e poi a Pietroburgo. Ma ora è considerata una donna “caduta”, emarginata dalla società.


3. La parabola discendente di Anna

Nonostante la passione, la relazione tra Anna e Vronskij si deteriora. Anna, esclusa dalla società e consumata dalla gelosia, diventa sempre più instabile e oppressiva. Vronskij, pur amandola, inizia a soffrire la sua dipendenza emotiva.

Anna è divisa: desidera amore e libertà, ma è anche vittima delle sue insicurezze e dell’abbandono del figlio. Sempre più sola, sospetta Vronskij di volerla lasciare.

In un crescendo tragico, Anna decide di porre fine alla sua sofferenza. Si getta sotto un treno, in una delle scene più potenti e simboliche della letteratura.


4. Levìn e la ricerca del senso della vita

In parallelo alla storia di Anna, seguiamo il percorso di Konstantin Levìn, amico di Oblonskij. Levìn è un intellettuale tormentato, proprietario terriero e alter ego dello stesso Tolstoj.

Innamorato della giovane e pura Kitty, che inizialmente lo rifiuta per Vronskij, Levìn persevera e alla fine la sposa. La loro vita coniugale è costellata di difficoltà quotidiane, ma anche di profondi momenti di felicità.

Levìn si dedica al lavoro nei campi, alla famiglia e alla riflessione filosofica. Dopo la nascita del figlio, trova una nuova fede nella vita e una pace interiore, non dogmatica, ma spiritualmente autentica.