’omicidio di Giacomo Matteotti, avvenuto il 10 giugno 1924, fu uno degli episodi più drammatici e simbolici dell’ascesa della dittatura fascista in Italia. Matteotti, deputato socialista e segretario del Partito Socialista Unitario, fu ucciso per la sua opposizione decisa al regime di Benito Mussolini e per aver denunciato pubblicamente i brogli elettorali e le violenze compiute dai fascisti.
Ecco una sintesi dei principali aspetti dell’attentato:
Come avvenne l’attentato
- Il 10 giugno 1924, Matteotti fu rapito a Roma, in pieno giorno, mentre usciva da casa sua in via Pisanelli per recarsi in Parlamento.
- Fu spinto con la forza su un’automobile Lancia Lambda da un gruppo di uomini legati al Servizio Informazioni del Viminale, il servizio segreto parallelo creato da ambienti fascisti.
- Il cadavere fu ritrovato quasi due mesi dopo, il 16 agosto 1924.
- Matteotti tentò di reagire, ma fu pugnalato e ucciso durante il tragitto. Il suo corpo fu poi sepolto in maniera frettolosa in una fossa scavata nel bosco della quartarella, nei pressi della via Flaminia, a nord di Roma.

Chi partecipò all’attentato
Cinque uomini furono coinvolti direttamente nel sequestro e nell’omicidio:
- Amerigo Dumini – ex squadrista e agente del servizio segreto fascista, ritenuto il capo operativo del gruppo.
- Giovanni Viola
- Amos Amerigo Zaniboni
- Augusto Malacria
- Giuseppe Viola
Tutti erano legati all’apparato fascista e godevano della protezione del regime.
Furono condannati?
- Furono arrestati e processati, ma la giustizia fu ampiamente manipolata dal regime.
- Nel 1926, i cinque imputati furono condannati a pene leggere (al massimo 5 anni), ma liberati poco dopo grazie all’amnistia promulgata da Mussolini nel 1928.
- Nessuno scontò davvero una pena proporzionata alla gravità del delitto.
- Dumini, in particolare, fu anche stipendiato per anni dal regime per il suo silenzio.
La responsabilità di Benito Mussolini
La responsabilità diretta di Mussolini non fu mai provata giudiziariamente, ma:
- È ampiamente riconosciuto dagli storici che Mussolini sapeva e tollerava l’uso della violenza da parte dei suoi uomini per eliminare gli oppositori.
- Il 3 gennaio 1925, di fronte al Parlamento, Mussolini pronunciò un discorso in cui si assunse la responsabilità politica e morale dell’accaduto:
“Se il fascismo è stata un’associazione a delinquere, io sono il capo di questa associazione a delinquere.”
Questa dichiarazione segnò l’inizio ufficiale della dittatura fascista.
Conclusione
L’omicidio Matteotti fu uno spartiacque nella storia italiana: mise in luce il volto violento del fascismo e provocò una crisi istituzionale profonda. Ma invece di segnare la fine del regime, ne accelerò il consolidamento.