Liliane Tami
Il patriarka Kirill della Chiesa ortodossa ha detto che l’uso incontrollato degli smartphone e l’intelligenza artificiale potrebbero avvicinare la venuta dell’anti-Cristo ed anticipare tempi apocalittici. Effettivamente, in questo kali-yuga fatto di dissoluzione ed iper-tecnologia sono molte le persone che, scontente della società, aspettano trepidanti di brindare alla venuta dell’Apocalisse…
https://www.bbc.com/news/blogs-trending-46794556
Sull’isola di Patmos, in una grotta scavata nella roccia, secondo la tradizione cristiana l’apostolo Giovanni ricevette la visione dell’Apocalisse: un testo profetico e misterioso, ricco di simboli, numeri, bestie e immagini di luce e di terrore, in cui l’umanità è chiamata a confrontarsi con le forze ultime della storia.
Tra le pagine più suggestive del Nuovo Testamento, l’Apocalisse racconta dei quattro cavalieri — Qualcosa di potente e non ben definito( bianco), la peste (rosso), la carestia ( verde) e la morte (nero) —, del drago rosso a sette teste, della donna vestita di sole, che rappresenta la Chiesa o Maria nel suo aspetto cosmico, e soprattutto della figura inquietante dell’Anticristo, la grande menzogna che precede il ritorno del Cristo glorioso.
E proprio l’Anticristo è tornato al centro del discorso religioso e politico nella Russia contemporanea. Lo ha fatto per bocca del patriarca Kirill, capo della Chiesa ortodossa russa, amico e sostenitore del presidente Vladimir Putin, che in una recente dichiarazione pubblica ha avvertito:
“L’Anticristo si avvicina. E una delle sue forme potrebbe essere l’Intelligenza Artificiale.”
https://english.nv.ua/nation/russian-patriarch-loops-ai-antichrist-prophecy-50485882.html
L’Intelligenza Artificiale come idolo del nuovo secolo
Kirill, noto per il suo tono profetico e per l’intreccio stretto tra teologia e geopolitica, ha messo in guardia dalla deificazione della tecnologia. Secondo il patriarca, l’IA rischia di diventare uno strumento di controllo assoluto dell’essere umano, un potere disincarnato che pretende di conoscere, giudicare e perfino decidere la sorte delle persone. In questo, egli vede un’eco della figura apocalittica dell’Anticristo: un potere che usurpa Dio e che pretende di sostituirsi a Lui nel dominio sul mondo.
L’idea non è nuova nei circoli religiosi, ma assume un peso particolare nel contesto russo, dove la teologia ortodossa si fonde spesso con la narrazione politica imperiale di Putin. In un Paese dove lo stesso Putin è stato rappresentato, anche iconograficamente, come “difensore della cristianità”, le parole di Kirill sembrano legittimare una battaglia escatologica contro l’Occidente secolarizzato, tecnocratico e ormai “post-umano”.

La donna vestita di sole e il drago rosso
Nel capitolo 12 dell’Apocalisse, l’evangelista Giovanni descrive una donna “vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e una corona di dodici stelle”, in lotta contro un “grande drago rosso, con sette teste e dieci corna” ( ogni corno serve per distruggere un comandamento). È un’immagine carica di significati: per alcuni simboleggia la Vergine Maria, per altri la Chiesa perseguitata. Il drago, invece, rappresenta Satana e le forze del potere mondano che tentano di divorare il bene nascente.
Kirill sembra evocare questa dinamica apocalittica: l’umanità come donna gravida di verità, minacciata da un potere impersonale, disumanizzante, algoritmico, simile al drago che si erge per divorare ogni barlume di libertà spirituale.

Geopolitica e escatologia
La retorica apocalittica non è nuova nei contesti religiosi, ma assume un valore inedito quando si inserisce nel contesto attuale: guerra in Ucraina, crisi ambientale, sviluppo incontrollato dell’Intelligenza Artificiale, disorientamento morale globale. In questa cornice, Kirill e Putin sembrano interpretare ruoli di un dramma più grande, in cui la Russia si percepisce come bastione del sacro contro la decadenza dell’Occidente.
Ma chi è l’Anticristo?
La figura dell’Anticristo nell’Apocalisse non è descritta con precisione. Tuttavia, nella tradizione cristiana rappresenta un potere seduttivo, menzognero, capace di ingannare anche gli eletti, un’apparenza di bene che in realtà conduce alla rovina. Non è esclusivamente una persona, ma un sistema, una logica, un’ideologia.
In questa luce, le parole di Kirill acquistano un significato inquietante e profondo: l’Intelligenza Artificiale potrebbe diventare uno strumento dell’Anticristo se usata per spersonalizzare l’essere umano, per cancellare la coscienza, per abolire il libero arbitrio.
Conclusione: la battaglia escatologica non è finzione
Che si condividano o meno le tesi del patriarca Kirill, è indubbio che la narrazione apocalittica sta tornando con forza nel nostro tempo, e in particolare dopo al covid-19. In un’epoca di mutamenti rapidi e incerti, i simboli visti da Giovanni a Patmos nelle sue visioni — il drago, la donna, la bestia, i cavalieri dell’apocalisse ( bianco, rosso, nero e verde) — parlano ancora, e lo fanno con potenza.
Forse, come nel romanzo Il maestro e Margherita, “il male” si aggira quando gli uomini si illudono che non esista.
O forse, come scrisse lo stesso Giovanni, “chi ha orecchi, ascolti ciò che lo Spirito dice alle Chiese.”