Di Nicola Schulz Bizzozzero-Crivelli, curatore della rubrica Hic et Nunc che si occupa di psicologia, sanità e psicopatologia
Parlare di salute mentale oggi non è solo un’urgenza sanitaria, ma una necessità culturale e civile. In un mondo che accelera, polarizza e consuma, la mente rischia di essere il primo campo di battaglia e l’ultimo a essere curato. Eppure, è proprio da lì, dalla psiche, che si generano le possibilità di relazione, di apprendimento, di progettualità, di cura.
Schulz sottolinea l’importanza di lungo un percorso che intreccia psicologia, coscienza sociale e ricerca clinica, per comprendere perché la salute mentale sia oggi il fondamento di una società equa, consapevole e resiliente.
La mente come luogo sacro
La mente è il luogo più sacro e complesso dell’essere umano. È lì che nascono i pensieri, le emozioni, i sogni e i dolori; è il fulcro della nostra identità e del nostro modo di stare al mondo. Eppure, paradossalmente, è ancora considerata un territorio da esplorare con timore, spesso nascosto sotto veli di stigma e silenzio. In molte società, il disagio psicologico continua a essere vissuto come una colpa, un fallimento individuale da celare o minimizzare. Questo silenzio pesa, isola, rallenta i percorsi di cura e amplifica il dolore.

La salute mentale non è solo un compito della medicina o della psicologia: è un gesto di responsabilità collettiva. Riconoscere la fragilità non come un difetto, ma come una parte inevitabile e preziosa dell’essere significa aprire la porta a una cultura più giusta e accogliente. Curare la mente è un atto di giustizia sociale, di compassione, di umanità.
In un’epoca in cui le guerre, le disuguaglianze e le emergenze globali producono instabilità e traumi psichici collettivi, la salute mentale diventa anche un’urgenza civile. I conflitti internazionali non lasciano solo macerie fisiche, ma provocano stress post-traumatici, depressioni, stati d’ansia diffusa che si estendono ben oltre i confini geografici degli scontri.
Investire in cultura e formazione
Occorre spezzare il tabù che ancora circonda il disagio psichico, non solo con politiche sanitarie, ma attraverso un investimento culturale profondo. Serve un’educazione alla psicologia che parta dalla scuola e attraversi la sanità, il lavoro, la comunicazione. Serve la formazione continua degli operatori. Serve che chi soffre non si senta più solo.
Non si costruisce una società davvero civile se non si dà alla salute mentale lo stesso spazio e la stessa dignità che riconosciamo alla salute del corpo. Una frattura psichica non è meno reale di una frattura ossea. E non possiamo più permetterci di ignorarla.
All’Università di Pisa, sotto la guida della Prof.ssa Donatella Marazziti, Schulz lavora alla frontiera tra ricerca clinica e assistenza psicopatologica. Studia i legami tra psicologia clinica, neurobiologia della resilienza, disturbi dell’umore, infezioni e assetti cognitivi complessi.
Ma oltre ai dati, alle diagnosi e alle terapie, un altro punto essenziale è che il cuore della cura sono la relazione, la fiducia e l’ascolto.
Ogni approccio alla salute mentale deve dunque essere personalizzato, integrato e basato su un’alleanza terapeutica stabile. Solo così si potrà restituire dignità, ascolto e speranza a chi attraversa il buio.
La speranza come orizzonte possibile
Schulz si augura un mondo dove la mente e l’anima vengano curate con la stessa urgenza con cui si rattoppano economie e infrastrutture, un tempo in cui le élite culturali, scientifiche e sanitarie tornino a essere guida e non vetrina, un mondo in cui le persone, anche le più semplici, possano trovare accesso alla bellezza, al rispetto e alla salute mentale.
In un presente attraversato da incertezze, la mente umana resta il primo luogo da proteggere. È lì che nasce la possibilità di una società più consapevole, capace di trasformare la fragilità in forza e il dolore in cura.
Nicola Schulz Bizzozzero Crivelli fa parte del Dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale, Sezione di Psichiatria, dell’Università di Pisa, ed è laureando magistrale in Psicologia Clinica e Dinamica. È in possesso di una laurea in Scienze e Tecniche Psicologiche, una laurea in Scienze del Turismo, una laurea in Scienze Politiche e Relazioni Internazionali, nonché di un master in Criminologia.
È inoltre membro delle seguenti organizzazioni scientifiche e professionali: Associazione Italiana di Psicogeriatria (AIP), International College of Neuropsychopharmacology (CINP), International OCD Foundation di Boston (IOCD), European College of Neuropsychofarmacology (ECNP), American College of Neuropsychology (ACNP), International College of Obssessive Compulsive Spectrum Disorders (ICOCS), Society of Clinical Psychology – Division 12 dell’American Psychology Association (APA), Asian Association of Social Psychology (AASP), International Association of Applied Psychology (IAAP).