Definita senza mezzi termini “spazzatura occidentale immorale e corrotta”, la piattaforma britannica OnlyFans è stata ufficialmente bandita in Cina a partire dal 21 luglio 2025. Con oltre 305 milioni di utenti nel mondo, OnlyFans consente a migliaia di creators, prevalentemente donne, di vendere contenuti a carattere sessuale a pagamento.

Il colosso asiatico, dopo aver inizialmente autorizzato l’ingresso della piattaforma sul proprio mercato il 29 novembre 2024, ne aveva già decretato un primo blocco nel dicembre dello stesso anno. Tuttavia, attraverso l’uso di VPN, l’accesso era rimasto possibile fino ad oggi. Ora, il ban è totale, accompagnato da un monitoraggio attivo degli utenti che tenteranno di aggirarlo.

Al di là della questione di sovranità digitale, la decisione del governo cinese si presenta come una chiara condanna culturale e morale nei confronti di un fenomeno che, a suo giudizio, rappresenta la degenerazione dei costumi occidentali: la mercificazione e sessualizzazione del corpo, in particolare femminile, ma non solo.

Una posizione che, pur emergendo in un contesto politico e culturale profondamente diverso da quello occidentale, solleva interrogativi urgenti e attuali anche in Europa e negli Stati Uniti:
Perché così tante giovani donne, spesso provenienti da contesti benestanti, scelgono volontariamente di esporre e vendere il proprio corpo, anziché cercare realizzazione e dignità attraverso lo studio, il lavoro o l’impegno sociale?

Il caso OnlyFans in Cina ci costringe, forse nostro malgrado, a riflettere su cosa libertà, corpo, lavoro e valore di sé significhino oggi, nell’Occidente che si professa emancipato, ma che spesso sembra aver smarrito il senso del limite.