Fiorenzo Briccola
Lo sviluppo di una poesia importante è diverso dallo scrivere una poesia comune, poiché la riflessione sul contenuto è ben diversa e più inclusiva; inoltre, la poesia deve essere creata come una composizione o sinfonia musicale, composta di pause e pensieri, immagini e suoni. I suoni nella poesia sono i sinonimi appropriati al testo poetico. Immaginate la sinfonia di Gioacchino Rossini nel comporre il Guglielmo Tell (considerando la giornata del 1 agosto in Svizzera), e non importa tanto la lunghezza del poema, poiché è la tematica e la sua creazione che fanno di quell’opera un capolavoro. Inoltre, per crearla, mi ci sono voluti quarant’anni di scrittura e impegno letterario e culturale. Cultura: arare e contemplare!

Lo sviluppo di una mia poesia dal titolo “Riflesso della Divina Commedia”.
La preparazione poetica si è articolata in quattro atti, scritti con l’intento di giungere al poema finale, strutturato in successione analogamente alla Divina Commedia: Inferno, Purgatorio e Paradiso, culminando in un finale nel quale Dante impiega un linguaggio di elevata raffinatezza e suggestività per rappresentare la sua esperienza spirituale nel canto XXXIII del Paradiso:
“Nel suo profondo vidi che s’interna,
legato con amore in un volume,
ciò che per l’universo si squaderna:
sustanze e accidenti e lor costume
quasi conflati insieme, per tal modo
che ciò ch’i’ dico è un semplice lume.
La forma universal di questo nodo
credo ch’i’ vidi, perché più di largo,
dicendo questo, mi sento ch’i’ godo.”
(Paradiso, XXXIII, 85-93)
La poesia in sé non descrive il cantico, ma ne prende solo l’aspetto filosofico. La poesia, invece, si suddivide in tre atti che esplorano ciascuno una riflessione di quel cantico e della condizione umana.
In conclusione, il poema rappresenta una riflessione approfondita sulla natura dell’amore e della conoscenza, nonché sulla possibilità di raggiungere la verità ultima e la felicità eterna. Dante descrive la propria esperienza come un’unione mistica con Dio, nella quale l’anima si fonde con la divinità.
La poesia, invece, si configura come un invito a meditare, simile a uno studente che si riscopre nel torpore di una realtà che necessita di essere appresa e vissuta. Un viaggio dell’anima verso la redenzione e la pace, con un linguaggio elevato e suggestivo.
Analizzare in senso letterario lo sviluppo di una poesia risulta fondamentale per comprendere che, al di là degli aspetti stilistici e poetici, vi è un’analisi accurata e una scelta consapevole delle modalità espressive finalizzate alla costruzione dell’opera poetica.
Sviluppo poetico
1) Nell’oscurità della notte,
dove le ombre danzano
come pensieri,
un viaggio libero ma santo
inizia senza malinconia
nel caotico giorno;
un cammino di ricerca
verso la luce che splende,
come una stella lontana,
Lui (Spirito) guida i miei passi.
La sorte del matto,
attraverso le tenebre e la paura,
per raggiungere Dante,
là, nel Paradiso.
2) Nell’oscurità della notte,
dove le ombre danzano come pensieri,
un viaggio libero ma santo
inizia senza malinconia
nel caotico giorno;
un cammino di ricerca
verso la luce che splende,
come una stella lontana,
Lui (Spirito) guida i miei passi,
attraverso le tenebre e la paura,
dove le anime si perdono,
per raggiungere la soglia del Paradiso, dove l’amore è la guida,
e Dante attende, con la sua Beatrice, nel giardino dell’Eden,
dove la luce è infinita
e la pace è eterna,
là, nel Paradiso;
nel mistico sorriso
di un uomo (Adamo) privo di rimorso
ma innamorato di Ginevra
nella Gerusalemme celeste.
3) Nell’oscurità della notte,
dove le ombre danzano
come pensieri,
un viaggio libero ma sacro
inizia senza malinconia
nel giorno caotico;
un cammino di ricerca verso la luce che splende, come una stella lontana. Lui (Spirito) guida i miei passi,
attraverso le tenebre e la paura,
dove le anime si perdono
per raggiungere la soglia del Paradiso, dove l’amore è guida,
e Dante attende, con la sua Beatrice, nel giardino dell’Eden il mio ritorno,
dove la luce è infinita e la pace
è incontro, là, nel Paradiso;
nel mistico sorriso di un uomo (Adamo) privo di rimorso
ma innamorato di Ginevra
nella Gerusalemme celeste,
dove le stelle cantano in coro
e gli angeli danzano,
in un’eterna sinfonia d’amore
e di luce, che riempie l’anima
di gioia e di pace in attesa
della morte. Là, dove imprescindibile
ogni condizione umana svanisce
e la mente non può toccare
poiché quel brivido
non è raggiungibile che da morti.
Riflesso della Divina Commedia di Fiorenzo Briccola
Nell’oscurità notturna,
dove le silhouettes danzano
come pensieri erranti,
un viaggio libero ma sacro inizia
senza melanconia nel giorno tumultuoso; un cammino di ricerca verso la luce che risplende,
come un astro lontano.
Lui (Spirito) guida i passi,
attraverso le tenebre e il terrore,
dove le anime si smarriscono,
per raggiungere la soglia del Paradiso, dove l’amore è guida,
e Dante attende, con la sua Beatrice, nel giardino dell’Eden, il nostro ritorno, dove la luce è infinita e la pace
è incontro, là, nell’Eden;
nel mistico sorriso di un uomo (Adamo) privo di rimorso
ma innamorato di Ginevra
nella Gerusalemme celeste,
dove le stelle cantano in coro
e gli angeli danzano,
in un’eterna sinfonia d’amore e di luce,
che riempie l’anima di gioia e di pace in attesa della morte.
Là, dove imprescindibile ogni condizione umana svanisce
e la mente non può toccare,
poiché quel brivido non è raggiungibile
che da morti, nel silenzio eterno dell’estasi innocente.