Francesco Pontelli 

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Fin dal lontano 1969 Indro Montanelli affermava che per la specificità di Venezia caratterizzata da problematiche uniche al mondo e legate alla propria unicita’ sarebbe stato necessario riconoscerle uno statuto speciale il quale anche la potesse allontanare dalla gestione burocratica di uno stato come I’talia .

Contemporaneamente il passaggio successivo sarebbe stato quello di individuare  nel panorama internazionale delle personalità e  professionalità che  garantissero se non la soluzione quantomeno risultassero di un livello adeguato nella formulazione di strategie idonee alle problematiche che già allora,ed ancora più oggi, affliggonevano  la città Lagunare.

Cinquantasei ( 56 ) anni dopo , e solo come inevitabile conseguenza politica legata al riconoscimento di una particolare potestà legislativa  e di un’autonomia finanziaria a  ” Roma Capitale ” , ecco come  a Venezia , ma anche nell’intero Veneto ,  si siano risvegliati a destra come a sinistra focolai di un orgoglio veneziano di pura immagine  che spinge i principali leader della politica Veneta a richiedere un riconoscimento immediato anche a Venezia per una propria specificità normativa e finanziaria.

Paradossalmente , però,  coloro che ora richiedono il riconoscimento di Venezia Città Stato, durante l’ interludio dal 1969 fino ad oggi abbiano operato proprio nella direzione  di un disastro complessivo della realtà Lagunare. 

Tutti hanno adottato la scellerata strategia di una economia locale esclusivamente turistica  abbinata all’abbandono   di Porto Marghera e delle proprie valenza industriali , e contemporaneamente favorendo la nascita e la creazione di nuovi strutture alberghiere , anche in quest’ultimo periodo. 

Per non parlare del supporto del  mondo accademico veneziano il quale quando ha espresso un sindaco, questi aveva intenzione di avviare la realizzazione di una subLagunare con un impatto devastante , per favorire ancora di più l’accesso alla città Lagunare direttamente dall’aeroporto.

Nella valutazione complessiva, quindi, della politica e gestione di Venezia questi appelli al riconoscimento di una sua  specificità  , assumono il sapore della beffa se  vengono lanciati proprio da coloro che hanno delle dirette responsabilità nel declino degli ultimi vent’anni della città Lagunare  sia come sindaci o presidenti di provincia e a maggior ragione di Regione. 

In questo contesto allora  questa richiesta di una nuova specificità normativa e finanziaria di Venezia non può  essere formulata da coloro che hanno delle precise responsabilità nella gestione dell’economia Lagunare.

Altrimenti,  Se così non fosse,  diventerà il classico argomento preelettorale , in questo molto simile ad quello relativo ad una autonomia regionale , ormai puro argomento finalizzato al consenso tanto a destra che a sinistra,   le quali, autonomia e Venezia città stato,  successivamente all’esito elettorale verranno come sempre abbandonate in nome delle priorità gestionali ma con  risultati sempre più mediocri in regione ma soprattutto a Venezia.