Alessandro VI (Rodrigo Borgia), papa dal 11 agosto 1492 al 18 agosto 1503, regnò per undici anni che furono davvero intensi e memorabili, pieni di intrighi, grandezza e scandali.

Ecco alcune tappe salienti e “date memorabili” di quel pontificato:

  • 1492 (11 agosto) → Elezione di Rodrigo Borgia come papa Alessandro VI.
  • 1492 (12 ottobre) → Scoperta dell’America da parte di Cristoforo Colombo: evento epocale, avvenuto nei primi mesi del suo pontificato.
  • 1493 (4 maggio) → Bolla Inter caetera: spartizione del Nuovo Mondo tra Spagna e Portogallo.
  • 1494 → Discesa di Carlo VIII di Francia in Italia: inizio delle guerre d’Italia, che segneranno il secolo.
  • 1497 → Morte (forse per avvelenamento) di Juan Borgia, figlio del papa, evento che segnò profondamente Alessandro VI.
  • 1498 → Ascesa politica di Cesare Borgia, il figlio più ambizioso, nominato cardinale e poi duca.
  • 1499–1503 → Campagne militari di Cesare Borgia, favorito dal padre, per creare uno “stato borgiano” in Romagna.
  • 1500 → Giubileo indetto da Alessandro VI: uno dei più sfarzosi del Rinascimento.
  • 1503 (18 agosto) → Morte di Alessandro VI a Roma, in circostanze sospette (forse febbre malarica, forse veleno).

Il suo pontificato resta nella memoria come uno dei più “rinascimentali”: fasti, arte (protezioni a Pinturicchio, Michelangelo, Raffaello), ma anche nepotismo, ambizione politica e passioni familiari.


E Savonarola?

Savonarola incrocia proprio la parabola di Alessandro VI.

Ecco come si inserisce nella cronologia:

  • 1494 → Dopo la discesa di Carlo VIII in Italia, Girolamo Savonarola a Firenze diventa la voce più potente della città: predica contro la corruzione della Chiesa e i costumi del papa Borgia.
  • 1495 → Contribuisce alla cacciata dei Medici e instaura una sorta di “Repubblica cristiana” fiorentina, austera e religiosa.
  • 1496 → Alessandro VI lo scomunica e gli intima di smettere di predicare. Savonarola continua, sempre più duro.
  • 7 febbraio 1497 → Il famoso “Falò delle vanità” in Piazza della Signoria a Firenze: vestiti lussuosi, specchi, libri, strumenti musicali, perfino quadri di maestri, bruciati per purificare i costumi.
  • 1497–1498 → Lo scontro con Roma diventa insanabile. Alessandro VI invia più volte avvertimenti e condanne.
  • 23 maggio 1498 → Savonarola viene giustiziato a Firenze (impiccato e bruciato in Piazza della Signoria), con l’accusa di eresia, scisma e predicazione contro la Chiesa.

👉 Quindi Alessandro VI fu l’avversario diretto del frate: il contrasto fra il lusso e il nepotismo dei Borgia e l’intransigenza profetica di Savonarola è uno dei grandi drammi morali e politici di fine Quattrocento.

Cesare Borgia fece realmente assassinare suo cognato, figlio del re di Napoli?

Sì, l’episodio è storico, anche se – come spesso accade coi Borgia – resta avvolto in un alone di sospetti e versioni discordi.

Il “cognato” in questione era Alfonso d’Aragona, duca di Bisceglie (1481–1500), figlio illegittimo di re Alfonso II di Napoli.
Era sposato con Lucrezia Borgia, figlia di Alessandro VI e sorella di Cesare.

📜 La vicenda

  • 1498 → Lucrezia Borgia sposa Alfonso d’Aragona, per rafforzare i legami tra i Borgia e il Regno di Napoli.
  • 1499–1500 → Cambiano le alleanze: Cesare Borgia, sostenuto da suo padre e dalla Francia, si avvicina a Luigi XII, il quale era nemico del regno aragonese di Napoli. L’unione con Alfonso diventa un peso politico.
  • luglio 1500 → Alfonso viene aggredito nottetempo a Roma e ferito gravemente da sicari (secondo le cronache, uomini di Cesare Borgia).
  • Mentre si riprendeva, Alfonso viene fatto strangolare nel suo letto nell’agosto 1500. Le fonti più attendibili parlano di Michelotto Corella, luogotenente e sicario di fiducia di Cesare, come esecutore.

👉 Alessandro VI fece finta di indagare, ma in realtà coprì il figlio Cesare. La morte di Alfonso eliminava un alleato ormai scomodo e liberava Lucrezia per nuovi matrimoni strategici.

Dunque: sì, Cesare Borgia fu quasi certamente il mandante dell’assassinio del cognato Alfonso d’Aragona, in piena coerenza con la sua politica spietata e opportunistica.

Le cronache raccontano che Lucrezia pianse davvero per la morte del marito Alfonso d’Aragona.

🕯️ Le fonti (come Marino Sanuto, infaticabile diarista veneziano) riferiscono che, dopo l’agguato a luglio 1500, Lucrezia vegliò Alfonso con dedizione, curandolo con affetto durante la convalescenza. Quando, nell’agosto seguente, i sicari di Cesare Borgia lo strangolarono nel letto, la giovane (aveva appena 20 anni!) si disperò.

Tuttavia, il suo dolore restò impotente: Alessandro VI e Cesare Borgia avevano deciso che Alfonso era un ostacolo politico e nessuna supplica di Lucrezia poteva salvarlo.

👑 Pochi mesi dopo, come era costume dinastico, Lucrezia fu nuovamente usata come pedina: nel 1501 sposò Alfonso d’Este, erede del ducato di Ferrara.

Quindi: sì, Lucrezia pianse sinceramente per Alfonso, ma la ragion di Stato e la volontà dei Borgia pesarono più delle sue lacrime.