(Venice) Tiberius Portrait of the ''Imperium Maius'' type in Museo Archeologico Nazionale
(Venice) Tiberius Portrait of the ”Imperium Maius” type in Museo Archeologico Nazionale

La villa di Miseno era immersa nel silenzio. Solo il rumore del mare rompeva la quiete.
Sul letto, Tiberio giaceva pallido, il respiro affannoso. I medici scuotevano la testa.

Medico: «È la fine… non passerà la notte.»

Il prefetto Macrone e Caligola, già pronto a raccogliere l’eredità del potere, si scambiarono uno sguardo carico di complicità.

Caligola (sottovoce): «Finalmente… Roma non aspetta altro che liberarsi di questa vecchia ombra.»

Le ore passarono. Poi, all’improvviso, un movimento. Gli occhi di Tiberio si aprirono. La sua voce, roca ma ferma, ruppe l’illusione della sua morte:

Tiberio: «Dov’è l’acqua? Portatemi da bere…»

Caligola impallidì. I cortigiani si irrigidirono. Quel vecchio non era ancora morto… e il ritorno alla vita significava che tutto il loro entusiasmo, tutta la loro attesa di potere, potevano trasformarsi in rovina.

Macrone si chinò verso Caligola, sussurrando con fredda determinazione:

Macrone: «Se vive ancora, sei perduto. Vuoi rischiare che domani ti accusi di aver già indossato la sua corona?»

Tiberio, intuendo i sussurri, alzò lo sguardo torvo verso i presenti. Per un attimo, il vecchio leone parve ritrovare la sua forza.

Tiberio (con amaro sarcasmo): «Già vi vedo… avvoltoi attorno a un corpo che ancora respira…»

Ma le sue parole rimasero sospese nell’aria. Macrone fece un cenno rapido. Le coperte furono strette, soffocando quel respiro che per decenni aveva dominato Roma.

Un silenzio glaciale calò nella stanza. Poi, lentamente, Caligola sorrise.

Caligola (sottovoce): «Finalmente… il trono è mio.»

Fuori, tra i servi, qualcuno mormorò con sollievo:

Servo: «Il vecchio Tiberio è morto.»

A Roma, la notizia sarebbe stata accolta con insulti, risa, e qualche lacrima isolata. L’imperatore che aveva regnato nella paura e nel sospetto lasciava il posto a un giovane osannato dal popolo.
Ma nessuno sapeva che dietro quel sorriso trionfante di Caligola, già si nascondeva il seme di nuovi orrori.