L’omicidio di Iryna Zarutska e il silenzio dei media italiani

Il 22 agosto 2025 la giovane rifugiata ucraina Iryna Zarutska, 23 anni, è stata brutalmente uccisa a coltellate su un treno leggero della Lynx Blue Line a Charlotte, North Carolina da un afroamericano. Un fatto di cronaca nudo e crudo, documentato dalle telecamere di sorveglianza e confermato dalle autorità americane: l’aggressore, Decarlos Brown Jr., 34 anni, con precedenti penali, è stato arrestato poco dopo e accusato di omicidio di primo grado.

La notizia ha trovato ampio spazio sui media americani e internazionali: AP News, ABC News, CBS, People e persino Wikipedia riportano i dettagli del caso, sottolineando la violenza immotivata dell’aggressione, le reazioni della comunità e il dramma di una famiglia già segnata dalla fuga dalla guerra. I media europei, invece, tacciono la notizia e persino CHATGPT non ne parla.

Eppure, in Italia, testate come la Repubblica e il Corriere della Sera non hanno dato rilievo alla vicenda. Un silenzio che pesa, soprattutto perché episodi di cronaca con caratteristiche simili, ma invertendo i ruoli di vittima e aggressore, vengono solitamente amplificati e discussi per giorni.

L’agenda mediatica e i suoi silenzi

Non si tratta solo di una questione di cronaca nera. È un esempio evidente di informazione selettiva: si raccontano con grande clamore gli episodi che confermano la narrativa dominante, mentre si riduce o addirittura si cancella ciò che rischia di incrinarla. Il risultato è un doppio standard che mina la fiducia del pubblico e altera la percezione della realtà.

In questo caso, l’omicidio di una giovane donna bianca, rifugiata ucraina, per mano di un uomo afroamericano con precedenti, è stato raccontato a fondo negli Stati Uniti ma ignorato dai principali quotidiani italiani, che hanno preferito non aprire un dibattito scomodo.

Il pericolo della manipolazione per omissione

Tacere non significa proteggere la società dal conflitto: significa lasciare campo libero a sfiducia, complottismo e polarizzazione. L’informazione non dovrebbe avere paura di raccontare tutti i fatti, anche quelli che disturbano l’agenda politica o culturale del momento.

Il caso di Iryna Zarutska non è solo la tragedia di una giovane vita spezzata: è anche un banco di prova per capire fino a che punto i nostri media sono disposti a essere liberi e onesti, e quando invece preferiscono voltarsi dall’altra parte.

Notizia che google e Chat GPT cercano di nascondere. Anche chat gpt è manovrata