Marco Santoro

I sistemi culturale, sociale, politico, economico, psicologico individuale, ecc. di cui parlano le Scienze,  ad esempio la Sociologia di T. Parsons, in realtà sono sovrastrutture della dimensione spirituale della realtà. Questo spiegano le religioni e il cristianesimo in primis. 

Per restare a Parsons, famoso sociologo, la scienza è solo un sistema selettivo di orientamenti  rispetto alla realtà,  insomma fornisce interpretazioni di massima che servono a guidarci. Ma non è un insieme di certezze, anzi. 

Chi non  accetta che la dimensione spirituale sia  quella fondante, sede delle cause ultime,  è condannato a non capire più di tanto la realtà, anche la sua realtà personale, e a non poter agire efficacemente in essa. “Cristo svela l’uomo all’uomo”, ripeteva sempre Giovanni Paolo II. 

L’élite capitalista che domina l’Occidente, ai suoi vertici, è tutt’altro che materialista, sa bene infatti che esiste una dimensione spirituale ultima. Il problema è che non la vive e non la usa per il Bene dei popoli.

La conoscenza umana si struttura prevalentemente mediante pregiudizi. I pregiudizi oggi hanno fondamentalmente due radici, due sorgenti, una esterna e l’altra interna alla persona: 

1) il condizionamento sociale, fin dall’infanzia, nella famiglia e simili, passando poi alle socializzazioni secondarie (in altri gruppi sociali), e tutto ciò nella  cultura di massa, che giunge fino alla media cultura, quella dei laureati (pochi sono gli intellettuali = alta cultura); tale cultura oggi è fondamentalmente materialistica, in senso filosofico e comune;

2) le passioni umane soggettive, innate, inconsce e irrazionali, descritte in parte anche da Freud, da filosofi e altri psicologi.

1) e 2) interagiscono fra loro e oggi l’intreccio è spesso talmente forte nelle masse da escludere tendenzialmente altri fattori, pur presenti, come l’anima. Infatti secondo la filosofia greca (e altre successive), secondo le religioni, in particolare secondo ebraismo e cristianesimo, l’autonomia della ragione nei processi conoscitivi è relativa, essa è infatti soggetta alle passioni umane, oppure beneficia del loro spirituale superamento, che porta all’illuminazione dell’anima (cfr. Sacra Scrittura, S. Agostino, encicliche di S. Giovanni Paolo II, Atti del Concilio Vaticano II, ecc.). 

I pregiudizi, risulta da varie ricerche di Psicologia sociale, sono spesso inamovibili, cioè non cambiano, anche quello che prevede che noi non abbiamo pregiudizi e conosciamo oggettivamente la realtà. Dagli studi di Sociologia,  di Psicologia, di Antropologia culturale, di Filosofia, di Storia delle Religioni, invece, la realtà appare essenzialmente un costrutto psico-sociale, con un ruolo importante nella sua definizione da parte delle motivazioni pulsionali del soggetto (cfr. S. Freud, P. Watzlavick, Levi-Strauss, Berger e Luckman, P. Bourdieu, Gadamer, Popper,  Feyerabend,  ecc.). 

Tali strutture pregiudiziali sono centrali pure nella costruzione del discorso scientifico, o che passa per tale (Popper,  Feyerabend, ecc.). Esse sono quindi al tempo stesso sociali e legate alle motivazioni del soggetto, e così ci rapportiamo agli altri, alle situazioni, al mondo, alla vita, alla morte, a Dio.

La nostra mente ha come  degli occhiali proiettivi, con una messa a fuoco più o meno ristretta, e più che la realtà vediamo, più o meno spesso, delle nostre proiezioni. 

Oggi i costruttori dell’opinione pubblica e della cultura dominante, che si servono dei media e dell’industria culturale, e sono al servizio dell’élite capitalista al potere in Occidente, sono impegnati  quotidianamente, appunto con i media e l’industria culturale, a fabbricare gli occhiali con cui le masse devono, secondo loro, vedere il mondo e la vita. 

Il confronto con i grandi scienziati, i grandi filosofi e le grandi religioni può invece aiutare ad allargare la propria prospettiva, superando il condizionamento sociale, oggi fortissimo. Ma occorre agire contemporaneamente pure sulla propria dimensione passionale, perché gli esseri umani tendono a pensare, come detto, secondo il principio del piacere (cfr. S. Freud), cioè preferiscono pensare quello che gli fa più comodo, ovvero ciò che garantisce la soddisfazione dei loro desideri, delle pulsioni istintuali, pure latenti. 

Le capacità umane di pensiero realistico, cioè aderente all’oggetto, sono per lo più confinate alle cose materiali, alla vita pratica, alle faccende più semplici. Di qui pure lo sviluppo delle Scienze naturali, che si occupano della materia e prescindono, per precetto galileiano, dall’essenza delle cose, che, nella vita umana e non, è spirituale. Viceversa, quindi, nelle cose umane, in quelle di tipo spirituale o morale, la percezione del soggetto varia, secondo varie filosofie e religioni, con il suo grado di santificazione, per cui non può darsi, al momento, in questa fase storica, una visione condivisa. Il mondo oggi infatti è una grande Babilonia, narcisista, materialista ed edonista, con una conseguente infinità di visioni diverse ed antagoniste, tutte che si pretendono realistiche,  vere, pur quando proclamano assolutamente il relativismo gnoseologico e morale. Il che è già una contraddizione logica. 

Il tentativo, iniziato nel XIX secolo e tuttora in corso, delle Scienze Umane di modellarsi su quelle naturali mette capo ad un riduzionismo che pregiudica lo scopo. Le Scienze Umane hanno rivelato finora minori capacità euristiche e applicative rispetto alle Scienze Naturali. La ragione, a mio avviso, in realtà secondo le grandi religioni e filosofie citate prima, è che non perseguono la causa ultima dei fenomeni, che è spirituale, e cercano le soluzioni nelle cause materiali immediate. Il problema insomma è nel loro persistente – e pregiudiziale – paradigma materialistico. Esso funziona molto di più –  almeno fino ai recenti sviluppi della fisica quantistica – nello studio della materia, per cui era nato con Galilei, che mai aveva pensato di aver elaborato un metodo per lo studio dell’uomo. Il metodo galileiano della fisica era pertinente all’oggetto, la materia. E pure lì ha mostrato i suoi limiti, sia nella Storia della scienza che oggi (vedi Feyerabend e Faggin). 

E così il regno della non santità, con la secolarizzazione generale in atto, nella vita quotidiana e nello studio dell’uomo, resta il regno del pregiudizio, come rilevato dagli stessi psicologi, sociologi, filosofi, ecc.

Si fa presto oggi a dire “io penso”, “io penso con la mia testa”… 

Gesù invece ha detto:

“Se osserverete la mia parola, sarete veramente miei discepoli, conoscerete la verità e la verità vi farà liberi”. (Vangelo di Giovanni, cap. 8).

Uno stile di vita adeguato, – sta dicendo – veramente cristiano, consente di conoscere le verità grandi e piccole, anche a seconda dei talenti di ognuno. È la dottrina agostiniana dell’illuminazione, presente in forma ridotta nelle altre religioni, perché non riconoscono il Cristo-Logos, Intelligenza suprema che governa l’universo ed è presente, quindi fruibile, in ogni uomo, ma se vive, anche inconsapevolmente, secondo Essa.