San Beato, il primo santo Svizzero (morto nel 112 d.C.)

Memoria liturgica: 9 maggio

Tra le figure che hanno segnato le origini del cristianesimo in Svizzera, un posto di rilievo occupa San Beato, venerato come eremita e apostolo della regione di Thun. La sua memoria, avvolta da leggende e tradizioni popolari, continua a richiamare pellegrini presso la sua grotta a Beatenberg, nel Canton Berna.

La leggenda delle origini

Secondo la tradizione, San Beato era figlio di un re scozzese o irlandese. Convertitosi al cristianesimo, sarebbe stato battezzato da San Barnaba in Inghilterra e in seguito, giunto a Roma, ordinato sacerdote da San Pietro. L’apostolo lo avrebbe inviato con un compagno, di nome Achates, a evangelizzare le popolazioni dell’antica Helvetia.

Stabilitosi dapprima in Argovia, Beato riuscì a convertire molti degli abitanti che veneravano culti pagani, come quelli di Marte ed Ercole. In seguito, desideroso di maggiore solitudine, si ritirò in una grotta sul lago di Thun, oggi conosciuta come le grotte di San Beato, divenute nel tempo luogo di devozione e pellegrinaggio.

Tomba di San Beato

Il drago del lago di Thun

La leggenda racconta che la grotta fosse abitata da un terribile drago. Beato, armato solo della sua fede, lo avrebbe scacciato con il segno della croce, facendolo precipitare nelle acque del lago. L’episodio, ricco di simbolismo, rappresenta la vittoria del Vangelo sulle forze del male e la cacciata dei culti pagani.

Ritiratosi in quella spelonca, Beato trascorse il resto della sua vita tra preghiera, penitenza e predicazione, accompagnato dal fedele discepolo Achates. Morì intorno all’anno 112, all’età di novant’anni, e fu sepolto nella sua grotta accanto al compagno.

Il culto di San Beato è attestato in Svizzera almeno dal XII secolo. Nonostante le incertezze storiche – alcuni lo confondono con San Beato di Vendôme, eremita francese, altri lo ritengono un missionario anglosassone o irlandese del VI secolo – la sua memoria non è mai venuta meno.

Il Martyrologium Romanum lo commemora il 9 maggio, ricordandolo semplicemente come eremita. La sua figura, raffigurata spesso come un monaco anziano che legge in una grotta o come un eremita che combatte un drago, incarna la forza della fede e il desiderio di solitudine contemplativa.

Ancora oggi le grotte di San Beato a Beatenberg accolgono visitatori e pellegrini. La sua storia, sospesa tra mito e realtà, rimanda al bisogno profondo dell’uomo di cercare Dio nella preghiera e nella natura, ma anche alla forza della fede capace di “scacciare i draghi” interiori ed esteriori che opprimono la vita spirituale.

San Beato di Lungern / Beatenberg / Thun

  • Nomi alternativi: Apostolo della Svizzera, Beato di Beatenberg, Beato di Thun
  • Nascita: Origini incerte, secondo la leggenda figlio di un re scozzese o irlandese
  • Conversione: Battezzato da San Barnaba in Inghilterra
  • Ordinazione: Ordinato sacerdote a Roma da San Pietro Apostolo
  • Missione: Inviato a evangelizzare l’Helvetia; predicò nella zona di Argovia e poi sul lago di Thun
  • Vita eremitica: Si ritirò in una grotta sul lago di Thun, oggi note come grotte di San Beato
  • Leggenda: Scacciò un drago con il segno della croce, simbolo della vittoria del cristianesimo sul paganesimo
  • Morte: ca. 112, nella grotta di Beatenberg; sepolto accanto al discepolo Achates
  • Culto: Diffuso dal XII secolo; sopravvissuto anche alla Riforma
  • Memoria liturgica: 9 maggio
  • Iconografia:
    • Eremita anziano che legge in una grotta
    • Monaco con libro e bastone
    • Monaco che combatte o scaccia un drago
  • Patronato: Beatenberg (Svizzera)
  • Canonizzazione: Pre-congregazione (culto immemorabile)