Timbuctù (o Tombouctou, in Mali) è una città leggendaria, spesso associata a ricchezza, cultura e mistero. La sua storia è affascinante e molto più concreta di quanto il mito abbia fatto credere in Europa. Ecco i punti principali:

Origini
- Fondata probabilmente all’inizio del XII secolo da popolazioni tuareg come campo stagionale vicino al fiume Niger.
- Il nome deriverebbe da Tin Buqt, cioè “il luogo della vecchia Buqt” (una donna tuareg a cui era affidata la custodia del pozzo).
Apogeo (XIV–XVI secolo)
- Divenne un centro fondamentale del commercio trans-sahariano: oro, sale, schiavi, avorio.
- Era una tappa strategica tra l’Africa subsahariana e il Maghreb.
- Fu incorporata nel regno del Mali e poi nell’Impero Songhai, tra i più potenti dell’Africa occidentale.
- Timbuctù divenne anche un grande centro di cultura islamica:
- L’Università di Sankoré e altre madrase ospitavano migliaia di studenti e studiosi.
- Le biblioteche custodivano migliaia di manoscritti su teologia, matematica, astronomia, medicina e diritto.
Declino
- Nel 1591 fu conquistata dalle truppe marocchine con armi da fuoco, segnando l’inizio del declino.
- Il commercio trans-sahariano perse importanza con l’apertura delle rotte marittime atlantiche.
- Nei secoli successivi la città sopravvisse, ma divenne più periferica e impoverita.
Timbuctù nell’immaginario europeo
- A partire dal Rinascimento, in Europa si diffusero leggende su Timbuctù come una città d’oro, ricchissima e quasi fiabesca.
- Nel XIX secolo gli esploratori europei (tra cui René Caillié nel 1828) scoprirono che, sebbene culturalmente straordinaria, la città era molto meno opulenta di quanto si fosse immaginato.
Patrimonio attuale
- Oggi è Patrimonio dell’Umanità UNESCO per le sue moschee di fango (Sankoré, Djingareyber, Sidi Yahya) e i manoscritti antichi.
- Tuttavia, è stata minacciata da desertificazione, povertà e distruzioni operate da gruppi jihadisti (alcuni manoscritti e mausolei sono stati bruciati nel 2012, anche se molti testi sono stati salvati).