Trasformare i rifiuti plastici in carburante pulito. Per molti è ancora fantascienza, per altri un’idea troppo scomoda per diventare realtà. Ma un ragazzo di Atlanta, appena ventunenne, potrebbe aver messo in moto una rivoluzione energetica che parte… dal suo garage.
sul suo profilo instagram, con oltre 2 milioni di follower, potete seguire il progetto
Julian Brown (@naturejab_) • Foto e video di Instagram
Lui si chiama Julian Brown e ha inventato Plastoline, un sistema di pirolisi a microonde alimentata da energia solare che promette di convertire la plastica di scarto in carburanti come benzina, diesel e persino jet fuel. Una tecnologia che, se confermata e ottimizzata, potrebbe cambiare per sempre il modo in cui gestiamo i rifiuti e produciamo energia.

Come funziona Plastoline?
La pirolisi non è un concetto nuovo: si tratta di riscaldare materiali in assenza di ossigeno per scomporli nei loro componenti base. Ma Brown ha fatto un passo oltre:
- usa microonde per scaldare la plastica in modo efficiente e rapido
- alimenta tutto con energia solare, abbattendo i costi e le emissioni
- il risultato finale è un carburante liquido pronto all’uso
Un modo per dare una seconda vita alla plastica, riducendo l’inquinamento e recuperando risorse preziose da ciò che oggi finisce in discarica o, peggio, negli oceani.
🧪Il test che ha fatto il giro del mondo
Il momento della verità è arrivato quando Julian ha pubblicato il video in cui avvia un piccolo motore utilizzando proprio il carburante ottenuto dalla plastica. Una scena semplice, girata con lo smartphone, ma dal valore simbolico enorme.
Una tanica di plastica, niente fumi neri, il motore che si accende.
E la rete esplode.
Oggi il suo profilo social supera 1,8 milioni di follower. Ricercatori e ingegneri lo contattano per collaborare. Gli investitori bussano alla porta.
Un’invenzione “scomoda”?
Se Plastoline dovesse davvero funzionare su larga scala, significherebbe:
✅ meno rifiuti
✅ meno petrolio estratto dalla terra
✅ meno potere in mano alle lobby energetiche tradizionali
Un cambiamento epocale. Troppo epocale?
È qui che la storia assume un tono quasi da thriller: c’è chi applaude l’ingegno e il coraggio del giovane inventore e chi teme pressioni e ostacoli per impedire che questa tecnologia possa diffondersi.
Julian, però, non si ferma:
«Non sono un ingegnere. Sono solo qualcuno che vuole migliorare il pianeta.
Se posso farlo dal mio garage, allora chiunque può riuscirci.»