Francesco Pontelli

Lo spread  ora non viene piu   considerato  “uno strumento della finanza speculativa” il cui obbiettivo era rappresentato dal default  dell’economia italiana , ma si trasforma in “obiettivo indicatore “che certifica la correttezza della politica economica del governo in carica.

Andrebbe ricordato agli entusiasti sostenitori degli effetti della politica economica del governo Meloni  come il settore industriale abbia gia’  registrato 32 flessioni della produzione industriale ed  il costo dell’energia rimanga  il più alto in Europa .

E nonostante l’export sia ricominciato a crescere anche con i dazi statunitensi questo  non può da solo mantenere in piedi un’economia che da troppi anni regista crescite dello zero virgola .

Basti pensare che il valore  spread  attuale sia  determinato  non tanto dalla efficacia  della politica economica italiana , quanto dalla difficoltà di quella tedesca la cui responsabilità andrebbe spalmata tra gli ultimi governi che hanno guidato la nazione tedesca.

Ora , pero’ , la presa di coscienza di questa difficoltà del settore industriale tedesco  ha portato il governo Merz al varo di una legge statale che determina  una riduzione per legge delle tariffe energetiche , la quale ovviamente spiazza completamente la concorrenza in particolar modo italiana.

Contemporaneamente in Italia la problematica relativa all’energia non viene assolutamente considerata nella sua gravità tanto dall’opposizione che dal governo ed addirittura si aumentano in prospettiva le accise sul gasolio che innesterà una nuova  spirale inflazionistica specialmente nel settore alimentare.

Quindi ,mentre il governo passa il proprio tempo tra le ipotesi di un ennesimo condono o alla rottamazione delle cartelle esattoriali, la Germania ed il suo governo attivano politiche finalizzate alla ripresa della competitività delle industrie pesanti a cominciare dall’acciaio per finire a quell’automobilistiche , ed  governo  ancora una volta si crogiola dei risultati del settore turistico.

Per questo semplice combinato disposto lo spread è destinato ad aumentare e con lui esploderanno  nuovamente i costi di servizio al debito, in quanto la Germania non resterà ancora per molte stagioni in difficoltà come nell’attuale periodo avendo già oggi dimostrato come il governo Merz consideri di fondamentale per la crescita economica il settore industriale , che invece in Italia Ancora una volta è stato abbandonato.

In ultima analisi sono proprio i diversi obiettivi strategici ed operativi del governi Meloni a determinare le condizioni per una nuova crisi dello spread in quanto ancora oggi la politica governativa dimostra  di riconoscere  come perimetro operativo  il solo proprio orticello elettorale .

Come successe nei decenni precedenti le condizioni per una crisi finanziaria legata anche allo spread ma espressione anche di una mancanza di fiducia travano le proprie radici nella strategia dei governi precedenti alla crisi stessa.

E certificano una volta di più come anche questo governo Meloni non abbia  certamente operato per  il bene della collettività , come diversamente si e’ sta rivelando  il governo Merz che ha posto ancora una volta il settore industriale al centro della propria politica di rilancio.

L’illusione offerta dal valore attuale dello spread e’ destinata a finire e a pagare sara’  ancora una volta  l’economia reale .