Condannato a 10 anni per alto tradimento il parlamentare europeo Gill che abbandono’ l’ UKIP di Batten e Farage imponendo una sterzata alla politica britannica in chiave pro russia e Brexit. Era corrotto da Mosca.

Condannato per tradimento della patria a 10 anni e tre mesi dalla giustizia inglese. Nathan Gill parlamentare europeo dell’ United Kingdom Indipendence Party che, con Nigel Farage, abbandono’ il suo partito nel 2019 ammutinandosi a causa delle posizioni critiche del capo, Gerald Batten, che attaccava Putin e l’ Islam radicale.


Oggi, dopo una inchiesta condotta da FBI ed il collegato MI5 britannico che hanno documentato la corruzione e gli atti di disinformazione a favore della Russia sulla guerra in Ucraina, l’ex parlamentare di Strasburgo diventato capo popolo nella campagna Brexit di “Reform”, il nuovo partito di Farage (oggi papabile Primo Ministro a Londra), deve affrontare le proprie responsabilità da “treason” (traditore).


La vicenda del gallese condannato per corruzione al servizio dello straniero nemico parte in realtà proprio da Napoli dove nel 2005 il parlamentare Gerald Batten incontra il dissidente russo Alexander Litvinienko che diventa suo “costituente” nella prima denuncia contro il regime di Vladimir Putin che si sta dimostrando un feroce dittatore, a detta dell’ ufficiale dei servizi segreti interni, FSB, ex KGB, che aveva condotto “misure tecniche” antimafia ed antiterrorismo di ascolto e sorveglianza proprio su Putin, le dichiarazioni del Colonnello furono raccolte dal Consulente parlamentare Mario Scaramella, incaricato da una speciale commissione di inchiesta bicamerale sullo spionaggio russo e sulla intelligence italiana, e furono presentate a Strasburgo da Batten e dall’ UKIP(mentre in Italia venivano secretate). Pochi mesi dopo Alexander Litvinienko verra’ avvelenato con il radiopolonio a Londra da sicari del suo stesso servizio FSB “probabilmente” su ordine di Putin, sentenzio’ l’Alta Corte di Londra. Scaramella invece fu arrestato con la “risibile accusa” (cit. Francesco Cossiga) di calunnia ai danni di un ufficiale clandestino dell’ FSB a Napoli. Gerald Batten torno’ in Italia ed a Strasburgo presento’ una durissima interrogazione dichiarando che l’unica “colpa” di Mario Scaramella era stata quella di “aver fatto luce su un angolo buio della politica europea” poiche’ con Litvinienko aveva smascherato i politici al soldo di Mosca. Ebbene e’ emerso oggi con sentenza che fra il 2018 ed il 2019 l’ On. Gill, anche lui al soldo di Mosca, aveva combattuto Batten e pubblicato articoli pro russia in una cornice di grande polemica e scontro suo temi fondamentali , guidando l’opinione pubblica contro l’Europa e l’ucraina. Oggi la storia fa giustizia sull’impegno coraggioso di Gerald Batten e rinchiude nella Torre di Londra un traditore della Corona (e dell’ Europa).


Intervento al Parlamento Europeo del Presidente UKIP Gerard Batten (IND/DEM). – Signor Presidente, uno dei miei elettori, Alexander Litvinenko, era in precedenza tenente colonnello dell’FSB della Federazione Russa, il successore del KGB. Le rivelazioni del signor Litvinenko sulle attività illegali dell’FSB lo costrinsero a chiedere asilo politico all’estero. Prima di decidere un luogo di rifugio, consultò il suo amico, il generale Anatoly Trofimov, ex vicecapo dell’FSB. Il generale Trofimov avrebbe detto al signor Litvinenko: «Non andare in Italia, ci sono molti agenti del KGB tra i politici. Romano Prodi è il nostro uomo lì». Nel febbraio 2006, il signor Litvinenko riportò questa informazione a Mario Scaramella della Commissione Guzzanti, che stava indagando sulla penetrazione del KGB nella politica italiana.

Questa accusa contro un ex presidente della Commissione europea è della massima gravità. Dovrebbe essere approfonditamente indagata. Il Parlamento europeo dovrebbe condurre una propria indagine.

Intervento al Parlamento Europeo in occasione della audizione di Romano Prodi (Presidente del Consiglio dei Ministri italiano, gia’ Presidente della UE, sospettato di intelligenza con la Federazione Russa, accusato da Alexander Litvinienko di essere un uomo del KGB/FSB) On. Nigel Farage, a nome del Gruppo IND/DEM.

– Signor Presidente, ancora una volta in quest’Aula e nel suo consueto stile infuocato, il signor Prodi ha confermato la sua convinzione in un’Unione degli Stati Uniti d’Europa e nel fatto che dovremmo parlare con una sola voce sulla scena mondiale. Signor Prodi, pur non condividendo queste opinioni, devo almeno complimentarmi per la sua onestà nel dirle così apertamente. Sono sorpreso che abbia avuto il tempo di venire, visto che in Italia avete avuto 38 Presidenti del Consiglio negli ultimi 60 anni e sembra che possiate essere sull’orlo del 39º. Siamo davvero molto privilegiati ad averla qui oggi.

Quando ci dice che la sicurezza è così importante – questa “spinta verso una cooperazione più stretta”, come lei la definisce – soprattutto nel giorno in cui la polizia britannica ha annunciato che saranno formulate accuse nel caso dell’ex agente del KGB Alexander Litvinenko, recentemente assassinato a Londra, mi chiedo se vogliamo davvero il suo stile di giustizia, dato che Mario Scaramella, che cercò di avvertire il signor Litvinenko di ciò che stava per accadergli, langue ora in un carcere italiano da sei mesi. Le accuse contro di lui continuano a cambiare e non è ancora comparso davanti a un tribunale. Se lei suggerisce che rinunciamo al common law e all’habeas corpus per quel tipo di sistema europeo, la mia risposta è no, grazie mille.

Facciamo un vero dibattito, Signor Presidente. Signor Schulz: 16 Paesi hanno approvato la Costituzione europea, non 18, quindi per favore un po’ di verità, di onestà e di trasparenza, e per favore non andiamo avanti ignorando completamente i risultati dei referendum francese e olandese. Il signor Prodi non li ha nemmeno menzionati nel suo discorso.

La gente ha detto no. Decine di milioni di europei stanno dicendo: “Dateci, al popolo, la possibilità di decidere del nostro futuro”. Smettete di comportarvi come un bulldozer, smettete di spazzare via l’opinione pubblica. Abbiate pure il vostro Trattato, ma lasciate che siano i cittadini a decidere del loro futuro. Non imponeteglielo.