Valentina Nessi

Si è conclusa oggi la 38ª edizione degli Incontri Cinematografici di Cannes, dove ho avuto l’onore di partecipare alla première del nuovo film diretto da Mei-Chen Chalais, intitolato “Vietnam – L’amour est au bout du voyage”, un’opera che ripercorre la sua vita straordinaria e il grande amore che l’ha legata al celebre giornalista e pioniere del reportage cinematografico François Chalais.

Nato François-Charles Bauer il 15 dicembre 1919 a Strasburgo e scomparso il 1° maggio 1996 a Parigi, Chalais è considerato una vera leggenda del giornalismo cinematografico francese. La sua eredità vive oggi attraverso il prestigioso Prix François-Chalais, assegnato ogni anno a Cannes a un film che esprime i valori fondamentali del giornalismo: coraggio, verità, umanità.

Un secondo riconoscimento, il Prix François-Chalais du Meilleur Scénario, viene inoltre attribuito annualmente al Festival del Cinema Russo di Honfleur, la cui prima edizione (1995) fu presieduta proprio da Chalais.

La vita di Mei-Chen sembra una sceneggiatura già scritta: nata miracolosamente in Vietnam durante la guerra, alle prese con fughe drammatiche dai bombardamenti dopo il tradimento del compagno della madre, trascorse anni difficili in campagna prima che il destino la portasse a incontrare François Chalais. Da quell’istante nacque un amore intenso e indissolubile, capace di attraversare il tempo e di continuare a vivere attraverso il suo lavoro.

Dopo il documentario, è stato presentato un secondo film prodotto da Mei-Chen Chalais e diretto da Erick Leclerc, con la regia artistica di Henry Nicolas, dedicato alle imbarcazioni leggendarie del cinema.

Fra queste spicca il magnifico veliero in legno O’Remington, la cui storia è profondamente legata alla città di Cannes: fu Federico Fellini a ridisegnarne gli interni, conferendogli un’aura unica. Oggi porta sulla prua le Palme d’Oro del Festival di Cannes. L’ultimo importante restauro (2017–2021) è stato supervisionato dall’esperto francese Patrick Mage. L’imbarcazione è ora classificata come yacht classico di interesse patrimoniale francese.

Il film ripercorre inoltre altre barche iconiche della storia del cinema, tra cui:

• la barca a vela di John F. Kennedy, teatro della storia d’amore con Marilyn Monroe;

• il vascello del film “Pirates” (1986) di Roman Polanski, oggi museo galleggiante ormeggiato a Genova;

• la nave protagonista de “Les Révoltés du Bounty” (1962) con Marlon Brando;

• e l’imbarcazione resa celebre da Alain Delon nel film “Plein Soleil” (1960), capolavoro del cinema francese.

Un dettaglio per me molto significativo: Erick Leclerc, oltre a essere regista, è presidente della ICYA, associazione internazionale senza scopo di lucro impegnata nella tutela del mare e delle coste. Ho l’onore di rappresentarla come Ambasciatrice per la Svizzera Italiana, una missione che unisce arte, natura e responsabilità.

Il Festival del cinema di Cannes continua a rivelarsi un luogo di emozione, memoria e ispirazione: tra glamour, storie vere e opere che parlano all’anima, ogni spettatore trova sempre un frammento di sé riflesso nel grande schermo.