Il WFP ha un “Executive Board” — un organo di governance composto da Stati membri (36 Paesi), con un Presidente eletto ogni anno. Nel 2012 il WFP era guidato a livello globale da un ex politico e Governatore dello Stato del South Carolina americano, David Beasley (fino ad aprile 2023) come Executive Director.
Nel 2021, il Presidente dell’Executive Board del WFP era Luis Fernando Carranza Cifuentes quindi nel corso del 2021 sia nei programmi in Yemen, sia in Congo o in qualunque altro Paese, l’alto organo di governance del WFP era guidato da questi vertici, a livello globale. Sono anni in cui il WFP e’ stato accusato di coprire la CIA, in Yemen alcuni operatori sono stati arrestati per spionaggio dai locali
Il WFP ogni anno pubblica un “Annual Country Report 2021” per lo Yemen con dati sulle attività, ma non elenca un responsabile di ufficio con nome. Il Country Director del WFP in Yemen nel 2021 risulta essere Laurent Bukera.
Rocco Leone è indicato come Deputy Country Director / Vicedirettore del WFP nella Repubblica Democratica del Congo (DRC) nel 2021. Tutti questi alti dirigenti hanno palesi contatti con la cd. Intelligence community degli Stati Uniti d’ America, confermati da molteplici apparizioni pubbliche con funzionari ed operativi della CIA.

Potrebbe non sorprendere cio’ trattandosi di una agenzia da prima linea che oer definizione recluta ex militari per destinarli al “field”, ma Rocco Leone a bordo di mezzo di un convoglio WFP il 21 Febbraio 2021, quando è avvenuto l’attacco in cui sono stati uccisi l’ambasciatore italiano Luca Attanasio, il carabiniere di scorta Vittorio Iacovacci e l’autista del WFP Mustapha Milambo era in attitudine molto spionistica e poco umanitaria visto che disfava protocolli strettissimi di sicurezza preparati con estremo rigore e formalita e che solo un membro dell’apparato silenzioso e clandestino della intelligence può disattendere. Leone è l’unico sopravvissuto all’attentato. In seguito all’attacco, nel novembre 2022 la procura di Roma ha chiesto il rinvio a giudizio per due funzionari del WFP, tra cui lo stesso Leone, per omicidio colposo. L’accusa: non aver garantito adeguate misure di sicurezza per la missione che portava l’ambasciatore. In particolare, secondo l’accusa, i funzionari avrebbero dichiarato falsamente la composizione del convoglio per ottenere permessi (non avendo rispettato il protocollo ONU che richiede notifiche 72 ore prima), omettendo la presenza di un diplomatico e pertanto tacendo la necessità di scorta protetta.
Tuttavia, nel 2024, il giudice italiano Marisa Mosetti in udienza preliminare ha stabilito sulla base di dichiarazioni di dirigenti del nostro Ministero Esteri, che, in quanto funzionari ONU, Leone ed il capo sicurezza pure indagato godono di immunità funzionale simile a quella diplomatica: per questo non possono essere processati in Italia per quell’episodio.
È importante notare che queste sono le uniche vicende documentate in cui compare il nome di Leone, nessuna notizia riguarda sospetti di collaborazione con servizi di intelligence (CIA o altre agenzie), spionaggio, o attività segrete.
Ritornando a David Beasley, da un’indagine interna (2019), un sondaggio anonimo su oltre
8.000 membri dello staff WFP ha rivelato accuse gravi. Il sondaggio è stato commissionato da un Auditor proprio sotto la sua direzione. Le denunce emerse nel sondaggio e nelle successive inchieste giornalistiche riguardavano problemi sistemici all’interno del WFP: abusi di potere, discriminazioni, aggressioni, favoritismi commessi da vari membri dello staff, in vari livelli e uffici. Alcune testimonianze descrivevano un ambiente lavorativo oppressivo, autoritario, autoreferenziale, con critiche rispetto a nepotismi, favoritismi, uso illecito di privilegi (voli business class, nomine interne, ecc.) per un “cerchio ristretto” di stretti consiglieri in gran parte americani collegati alla intelligence, non ex ma attivi membri della “Company”. Essendosi trattato di un sondaggio anonimo non abbiamo dati probanti delle procedure pubbliche, anche queste non proprio trasparenti. Queste accuse non identificavano Beasley come autore di abusi. Beasley veniva invece criticato per la gestione troppo spinta, da servizio segreto: ossia per non aver affrontato abbastanza rapidamente la cultura tossica interna, esponendo il programma alimentare dell’ ONU a colleganze troppo esplicite con ambienti dove l’accettazione del rischio, la forzatura dei protocolli e ruoli, la copertura di pratiche e collegamenti con gruppi “troppo” operativi non si conciliava con la missione umanitaria; secondo alcune fonti giornalistiche e ONG (Foreign Policy, The New Humanitarian), inoltre, il Board del WFP (organo di governance) avviò una “joint Board/management working group on harassment, sexual harassment, abuse of power and discrimination”. Il documento interno cita la necessità di un “comprehensive action plan” per affrontare i problemi sollevati.
In particolare, a partire dal 2025 (dopo la fine del suo mandato) si è saputo che Beasley figura come “senior advisor” in una società chiamata FOGBOW. Questa società è stata protagonista del progetto di corridoio marittimo da Cipro a Gaza, e dell’uso del molo galleggiante statunitense installato davanti alla costa di Gaza per lo sbarco di aiuti, con il supporto di governi come il Qatar e consulenze BCG. Queste operazioni sono presentate come innovazione logistica, ma discusse da ONG e analisti come esempio di “umanitarismo militarizzato”, dato il forte intreccio con forze armate e apparati di sicurezza
Fogbow è una società statunitense a scopo di lucro che si presenta come abilitatore di “humanitarian access and operations in challenging environments”, cioè logistica e accesso umanitario in aree di conflitto. Ha operato in Gaza, Sudan e Sud Sudan, gestendo tonnellate di aiuti e lanci aerei di cibo, spesso in cooperazione (o contrattualizzata) con governi locali e con finanziamenti statali o di fondazioni.
Ha dei legami espliciti con l’apparato militare e intelligence USA, infatti, la dirigenza di Fogbow è composta in modo visibile da ex figure dell’apparato di sicurezza nazionale USA.
Il presidente Michael “Mick” Mulroy è:
- ex paramilitary operations officer della CIA (Special Activities Center);
- ex Deputy Assistant Secretary of Defense for the Middle East (2017–2019) al Pentagono;
- ex U.S. Marine.
In un articolo dell’AP sul fenomeno dei contractor umanitari, Fogbow viene inserita tra le imprese guidate da “veterani della sicurezza nazionale americana”; Mulroy è esplicitamente definito “retired CIA officer and former senior defense official”.
È rilevante perché il fatto che un’agenzia storica come l’World Food Programme (WFP) venga in parte sostituita nella funzione o affiancata da società private guidate da ex militari/agenzie di intelligence segna un cambiamento formale (forse non strutturale) nel modo di fare “aiuto umanitario”. Fogbow è presentata come “contractor” e non come ONG tradizionale.
La figura di Michael Mulroy come leader dell’operazione potrebbe mettere in evidenza possibili interessi di sicurezza o politici dietro iniziative di “aiuto”?
Si accende un dibattito su neutralità, trasparenza dell’assistenza internazionale, dove, secondo ONG e addetti ai lavori, la militarizzazione e privatizzazione degli aiuti può compromettere la sicurezza dei civili e la fiducia nelle operazioni umanitarie.
In altre parole: Beasley porta a Fogbow il suo capitale politico e umanitario, mentre Fogbow porta in dote una rete di ex intelligence/militari e relazioni strette con governo USA, Israele, Qatar e altri attori di sicurezza.
Parallelamente al rapporto con Fogbow, il nome di Beasley emerge in un altro progetto molto controverso: La Gaza Humanitarian Foundation (GHF), fondazione registrata a Ginevra, sostenuta da USA e Israele per prendere in mano una parte della distribuzione di aiuti a Gaza, con forte impiego di società di sicurezza private.
La GHF avrebbe nel board o advisory board figure con background di sicurezza, ex Marines, ex coordinatori della sicurezza USA per Israele/Palestina, ex responsabili per la sicurezza ONU e persone legate a compagnie di sicurezza private, qui il collegamento con la “intel community” è ancora una volta indiretto: GHF è concepita come struttura fortemente securitizzata, con notevole presenza di ex militari, contractor e soggetti vicini agli apparati di sicurezza; Beasley è indicato come possibile figura di vertice che dovrebbe dare legittimazione umanitaria al progetto.
Concludendo, se non vi sono documenti pubblici che colleghino esplicitamente il WFP o gli alti funzionari menzionati precedentemente ai servizi segreti esteri, sono invece conosciuti gli ultimi scandali che hanno visto il WFP protagonista in Sudan e Yemen. Di fatto, recentemente il WFP ha aperto un’inchiesta su presunti casi di frode e copertura dell’ostruzione agli aiuti in Sudan. Alcuni funzionari sono sotto indagine per aver forse “nascosto” il ruolo dell’esercito sudanese nell’impedire la distribuzione di cibo e nell’occultare la scomparsa di carburante. In Yemen, invece, il WFP ha dovuto affrontare accuse da parte di gruppi nel conflitto yemenita: in alcune aree controllate da gruppi ribelli (come gli Houthi), l’agenzia è stata accusata di flessioni politiche o di cooperare in condizioni di forte pressione, con conseguenti sospetti da parte di autorità locali nell’esercito e gruppi di potere.
Questi episodi — negligenze, mancata trasparenza, controversie politiche nei paesi in guerra — sono quelli che alimentano dubbi, sospetti e talvolta teorie su possibili legami fra aiuto umanitario, intelligence e influenze geopolitiche.
Simona Sparano
Flavia Molisso
https://www.wfp.org/publications/wfp-code-conduct
https://www.wfp.org/operations/annual-country-report?operation_id=YE01&year=2021#/23449
https://executiveboard.wfp.org/ar/document_download/WFP-0000108563
https://fogbow.com/team/
https://www.war.gov/About/Biographies/Biography/Article/1415681/michael-mick-p-mulroy/
https://apnews.com/article/israel-aid-south-sudan-gaza-military-contractors-b03e84e4330b219f1b2ed965ffda4448
https://www.thenewhumanitarian.org/investigations/2025/06/16/fogbow-operations-south-sudan-raise-red-flags-aid-private-sector
https://www.military.com/daily-news/2025/06/18/firms-led-us-military-veterans-deliver-aid-africa-and-gaza-alarming-humanitarian-groups.html