Alexander Alekhine (in russo Aleksandr Alechin), grande campione di scacchi russo naturalizzato francese, è stato uno dei più grandi giocatori di tutti i tempi. Divenne campione del mondo nel 1927, battendo José Raúl Capablanca, e mantenne (con una breve interruzione) il titolo fino alla sua morte. È una figura tragica e affascinante: un genio degli scacchi con una vita segnata da grandi successi ma anche da solitudine e controversie.

La morte di Alexander Alekhine è uno dei grandi misteri della storia degli scacchi.

Negli ultimi anni della sua vita visse un periodo difficile: dopo la Seconda guerra mondiale fu isolato e criticato per presunti legami con il regime nazista, accuse che ancora oggi sono oggetto di dibattito tra gli storici. Nonostante tutto, rimase formalmente campione del mondo fino alla sua morte nel 1946, avvenuta in solitudine a Estoril, in Portogallo.

Morì il 24 marzo 1946 a Estoril, in Portogallo, dove viveva da qualche tempo in condizioni economiche modeste. Fu trovato morto nella sua camera d’albergo, seduto su una poltrona, con un piatto di carne accanto a sé. Aveva 53 anni.

Le versioni ufficiali e le ipotesi alternative differiscono:

  1. 🩺 Versione ufficiale:
    Il referto medico parlò di soffocamento accidentale causato da un pezzo di carne andato di traverso. Questa è la spiegazione accettata formalmente, anche se molti la giudicarono sospetta.
  2. 🕵️ Ipotesi di assassinio:
    Alcuni sostennero che Alekhine fosse stato ucciso — forse dai servizi segreti sovietici (per vendetta, dato che aveva lasciato la Russia dopo la rivoluzione) o da agenti francesi o portoghesi per motivi politici.
    Si disse anche che potesse essere stato eliminato da chi voleva impedirgli di partecipare al match già in preparazione con Mikhail Botvinnik, che avrebbe segnato il ritorno dell’URSS nel mondo degli scacchi.
  3. 🍷 Ipotesi dell’alcolismo:
    Alekhine era noto per il suo forte consumo di alcol, e qualcuno suggerì che la causa della morte potesse essere legata a questo — magari un collasso o un soffocamento dovuto all’abuso di cibo e vino.

Nessuna autopsia approfondita fu mai fatta, e la documentazione del tempo è scarsa. Per questo, la verità resta incerta.

Il fatto certo è che morì ancora campione del mondo, e il suo titolo fu poi messo in palio nel 1948, in un torneo vinto da Botvinnik.

Alexander Alekhine è sepolto a Parigi, nel celebre cimitero di Montparnasse.

Inizialmente, dopo la sua morte nel 1946, fu sepolto provvisoriamente a Estoril, in Portogallo, dove era deceduto. Solo nel 1956, dieci anni più tardi, le sue spoglie furono trasferite a Parigi su iniziativa della Federazione Scacchistica Francese e di sua moglie, Grace Wishaar Alekhine, che volle riunirlo al paese di adozione dove aveva vissuto per anni.

Sulla tomba di Alekhine c’è una scultura in marmo raffigurante un pezzo degli scacchi (un cavallo) e un bassorilievo con il suo ritratto. È una delle tombe più visitate dai giocatori di scacchi di tutto il mondo, che spesso lasciano fiori o piccoli pezzi degli scacchi in suo onore.

Alexander Alekhine ebbe quattro mogli nel corso della sua vita — un aspetto che riflette bene il suo carattere passionale e irrequieto, anche fuori dalla scacchiera.
  1. 💍 Alexandra Batayeva (o Batayeva) — la sua prima moglie, sposata in Russia intorno al 1913. Poco si sa di lei; il matrimonio fu breve e terminò presto, probabilmente durante i turbolenti anni della rivoluzione russa.
  2. 💍 Anneliese Rüegg — una svizzera, di professione giornalista e suffragetta, sposata nel 1921. Anche questo matrimonio durò poco; si separarono dopo pochi anni.
  3. 💍 Nadejda Vasilievna Fabritskaya — una nobile russa (una contessa, secondo alcune fonti). Alekhine la sposò nel 1920 o 1921, ma il matrimonio finì anch’esso rapidamente.
  4. 💍 Grace Wishaar (o Grace Alekhine) — la quarta e ultima moglie, una ricca americana (nata Grace Freeman Wishaar). Era un’artista e vedova benestante; grazie a lei Alekhine poté permettersi per un periodo uno stile di vita agiato. Si sposarono nel 1934 e rimasero insieme fino alla sua morte.

Grace fu anche la donna che curò il trasferimento della sua salma a Parigi e si occupò della sua tomba.

In sintesi: quattro mogli, nessun figlio noto.