Israele e Hamas aprono al cessate il fuoco. Trump: «Tutti gli ostaggi saranno liberati molto presto»
Israele e Hamas hanno accettato la prima fase del piano di pace statunitense, aprendo la strada a un cessate il fuoco. L’annuncio è arrivato nella notte dal presidente Donald Trump su Truth Social: «Tutti gli ostaggi saranno rilasciati molto presto e Israele ritirerà le sue truppe secondo una linea concordata, primo passo verso una Pace forte, duratura e perenne. Tutte le parti saranno trattate equamente». Trump ha ringraziato Qatar, Egitto e Turchia per la mediazione, definendo l’intesa un «evento storico e senza precedenti». La firma è attesa oggi alle 12 (ora italiana). Nelle strade di Gaza si sono registrati festeggiamenti.
Parlando a Fox News, Trump ha indicato lunedì come probabile data per il rilascio degli ostaggi. A Axios ha aggiunto di aver invitato Benjamin Netanyahu e di essere pronto a parlare alla Knesset nei prossimi giorni. Secondo fonti di Hamas, la prima fase prevede la liberazione di 20 ostaggi in cambio di 1.950 prigionieri palestinesi, tra cui 250 ergastolani. Le trattative hanno affrontato anche un parziale ritiro israeliano da Gaza e lo scambio ostaggi–prigionieri, mentre i dossier più controversi — disarmo di Hamas, ritiro completo delle forze israeliane e governance della Striscia — restano rinviati ai negoziati successivi. Il piano statunitense conta 20 punti: molti nodi sono ancora da sciogliere.

La diplomazia internazionale ha reagito con soddisfazione. Il presidente turco Recep Tayyip Erdoğan si è detto «profondamente lieto» per un cessate il fuoco raggiunto anche grazie al contributo di Ankara. «Grandi notizie: facciamo uscire gli ostaggi e aumentiamo rapidamente gli aiuti», ha commentato Tom Fletcher, capo dell’Ufficio ONU per gli affari umanitari. Il patriarca latino di Gerusalemme, cardinale Pierbattista Pizzaballa, ha parlato di «un primo passo di cui rallegrarsi, capace di portare un po’ più di fiducia e nuova speranza».
Nonostante l’annuncio, nella notte sono stati segnalati nuovi bombardamenti su Gaza e Khan Younis. Le IDF hanno messo in guardia dal raggiungere Gaza City, definendo l’area «pericolosa». La strada verso la pace si riapre, ma tra incognite e tensioni che restano sul terreno.