L’INVINCIBILE ARMADA
Dramma storico in cinque atti
Personaggi principali
- Filippo II, Re di Spagna, sovrano devoto e solenne.
- Duca di Medina Sidonia, comandante dell’Armada, uomo pio ma inesperto del mare.
- Don Alonso de Leyva, nobile valoroso e comandante di nave.
- Padre Juan, cappellano di bordo.
- Un marinaio spagnolo, voce del popolo.
- Sir Francis Drake, corsaro e ammiraglio inglese.
- Charles Howard, conte di Effingham, comandante della flotta inglese.
- Regina Elisabetta I d’Inghilterra.
- Voce del Mare (narratore corale).
Atto I – Il sogno del Re
Scena: l’Escorial. La sala del trono. Mappe dell’Europa, simboli sacri. Silenzio solenne.
Filippo II
(con voce lenta e grave)
L’eresia dilaga come fumo velenoso.
Londra è un altare profanato.
Io, servo di Dio e di Roma, riporterò la fede con le vele e con il ferro.
Che l’oceano diventi il mio pulpito.
Duca di Medina Sidonia
(S’inginocchia)
Sire, la flotta è pronta: 130 navi, cannoni lucenti, preti e soldati uniti sotto la croce.
L’Europa intera trattiene il respiro.
Filippo II
(con un lampo d’orgoglio)
Allora vada, Duca.
Vada a purificare il mare dal peccato inglese.
Ma ricordi: chi fallisce contro Dio, fallisce per sempre.
Il Duca china il capo. Si ode in lontananza un canto di marinai che prepara la partenza.

Atto II – Il mare d’orgoglio
Scena: porto di Lisbona. Rumore di corde, martellate, canti religiosi. Il marinaio osserva la flotta.
Marinaio
(a voce poetica)
Le navi si alzano come cattedrali galleggianti,
le vele bianche come ostie nel cielo.
Partiamo, e il sole si riflette sull’acciaio dei cannoni come su un altare.
Ma io lo sento, nel cuore: il mare non perdona la superbia.
Padre Juan
(alza la croce)
Dio è con noi, figli di Spagna!
Ogni onda sarà benedizione, ogni tempesta una prova di fede!
Le trombe squillano. Il Duca sale a bordo, il popolo acclama.
Duca di Medina Sidonia
(con voce spezzata dall’emozione)
Che il vento ci sia amico, e che i santi ci guidino.
Per la Spagna, per Dio, per il Re!
Le navi salpano. La luce si oscura, la scena diventa tempesta.
Atto III – Il fuoco e la nebbia
Scena: La Manica. Le navi spagnole avanzano in formazione. Lontano, la flotta inglese manovra agilmente.
Sir Francis Drake
(ironico, al suo equipaggio)
Guardate! Ecco la grande “Invincibile”.
Invincibile come un gigante… e lenta come un confessionale.
Avvicinatevi, ma non troppo.
Noi colpiremo e fuggiremo come spettri del mare.
Ammiraglio Howard
(con voce tagliente)
Sparate da lontano! Che il fumo li accechi e il vento li divida!
Duca di Medina Sidonia
(aggrappato alla balaustra)
Troppo veloci… troppo agili!
Ci trafiggono come zanzare e scompaiono nella nebbia!
Padre Juan! Preghi! Preghi per le anime di questi uomini!
Padre Juan
(mormora in latino)
“Domine, salvum fac regem nostrum…”
Ma il vento porta via le parole.
Il mare ruggisce. Il fuoco dei cannoni tinge il cielo di rosso.
Atto IV – La notte dei fuochi
Scena: rada di Calais, notte del 7 agosto 1588. Silenzio inquieto. I marinai dormono sulle navi.
Marinaio
(sottovoce)
È notte. Ma il mare non dorme mai.
Sento odore di catrame… e di paura.
All’improvviso, all’orizzonte, otto luci si avvicinano: le navi incendiarie inglesi.
Un grido
«Fuoco! Navi di fuoco!»
Duca di Medina Sidonia
«Sciogliete le ancore! Fuggite! Fuggite!»
Caos. Le navi si urtano, le catene si spezzano, i marinai urlano. Fiamme e fumo riempiono la scena.
Marinaio
(urla tra le fiamme)
Il cielo brucia! Non è battaglia, è giudizio!
Madre di Dio, salvaci!
Il suono dei cannoni inglesi ritorna come un tuono lontano. La formazione spagnola è distrutta.
Atto V – Il naufragio dei sogni
Scena: coste d’Irlanda. Tempesta, vento, pioggia. Le navi spezzate si infrangono contro gli scogli.
Voce del Mare
(profonda, come un coro antico)
Chi osa sfidare il mare, gioca con Dio.
Le vele si strappano come peccati confessati tardi,
e il ferro si piega come ginocchia di uomini sconfitti.
Marinaio
(a terra, tremante e solo)
Non resta che sabbia e silenzio.
Siamo partiti per salvare anime, e ora cerchiamo solo un pezzo di pane.
Di centotrenta navi, ne tornano la metà… e anche loro piangono.
Luce tenue. Si torna all’Escorial.
Filippo II
(solo, al buio, con una candela accesa)
Non ho mandato le mie navi contro gli uomini,
ma contro il vento e contro Dio.
Forse la mia fede era troppo grande… o troppo cieca.
Che il mare conservi la verità, perché io non posso più portarla.
Si ode in lontananza il rombo del mare, sempre uguale, eterno.
Voce del Mare
(sommessamente)
La superbia degli uomini passa.
Solo il mare resta, e racconta.
Sipario.