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La comunità scientifica internazionale è stata scossa da una notizia che lascia attoniti: Nuno Filipe Gomes Loureiro, uno dei più brillanti fisici teorici della sua generazione, è stato ucciso a colpi d’arma da fuoco nella notte tra il 15 e il 16 dicembre 2025 a Brookline, nei pressi di Boston. Aveva 47 anni. La sua morte non è soltanto una tragedia personale e familiare, ma un colpo durissimo inferto a una delle grandi speranze del nostro tempo: l’energia da fusione nucleare.
Formatosi all’Istituto Superiore Tecnico di Lisbona, Loureiro aveva poi conseguito il dottorato all’Imperial College London, specializzandosi in fisica dei plasmi, un campo altamente complesso e cruciale per la comprensione dei processi che alimentano il Sole e le stelle. Era qui che aveva iniziato a distinguersi per rigore teorico, visione interdisciplinare e capacità di affrontare problemi che molti consideravano quasi insormontabili.
Nel 2016 il suo talento lo aveva portato al Massachusetts Institute of Technology, dove la sua carriera aveva raggiunto la piena maturità. Professore nei dipartimenti di Fisica e di Scienza e Ingegneria Nucleare, dal 2024 dirigeva il Plasma Science and Fusion Center, uno dei poli più avanzati al mondo nella ricerca sulla fusione. Da quella posizione, Loureiro guidava gruppi di ricerca impegnati a risolvere i nodi fondamentali che ancora impediscono alla fusione nucleare di diventare una fonte di energia stabile, sicura e utilizzabile su larga scala.

Il suo lavoro si collocava al crocevia tra teoria e applicazione. La fusione nucleare promette di replicare sulla Terra il processo che alimenta il Sole: energia senza emissioni di carbonio, con combustibile abbondante e senza i rischi associati alla fissione tradizionale. Loureiro era considerato uno dei pochi scienziati capaci di comprendere a fondo le instabilità dei plasmi e di proporre modelli utili non solo per la ricerca di base, ma anche per i grandi progetti sperimentali internazionali. In questo senso, era un vero ponte tra la scienza pura e il futuro energetico sostenibile.
La sua uccisione, avvenuta nell’atrio del suo edificio residenziale, è avvolta da interrogativi inquietanti. Le autorità parlano di omicidio, ma nei primi giorni non sono emersi né un movente chiaro né segni di rapina. Un evento che aumenta lo sconcerto e alimenta il senso di smarrimento attorno a una perdita tanto improvvisa quanto incomprensibile.
In un’epoca segnata dall’urgenza climatica e dalla ricerca di alternative credibili ai combustibili fossili, la scomparsa di Nuno Loureiro pesa come un’ombra lunga. Non perché la scienza dipenda da un solo uomo, ma perché alcune menti riescono ad accelerare il cammino collettivo, a indicare direzioni, a formare nuove generazioni di ricercatori capaci di portare avanti una visione. Loureiro era una di queste.
Resta la sua eredità: le pubblicazioni che continueranno a essere studiate, gli studenti che ha formato e l’idea — ancora viva — che l’energia pulita e praticamente illimitata non sia un’utopia, ma una meta possibile. La sua vita è stata dedicata a costruire futuro; la sua morte ci ricorda, con brutalità, quanto fragile possa essere il presente.