Il Parlamento ha riconosciuto al Consiglio di amministrazione e alla direzione dell’Azienda elettrica ticinese di operare nella giusta direzione.
Fiducia emersa dal dibattito sui conti 2009 e 2010, scrive il Corriere del Tiicno nella sua edizione di mercoledì : “Conti positivi, con un utile nel 2009 di 40 milioni di franchi (13,2 versati nelle casse del Cantone), approvati con 45 sì, 27 no e 10 astenuti. Utile di 30 milioni nel 2010 (15 riversati), i sì sono stati 49, 47 i no, 6 gli astenuti.
A pigiare il tasto verde sono stati PLRT, PPD e PS, mentre Lega e Verdi hanno optato per quello rosso e i democentristi si sono astenuti.
[…] La direttrice del DFE Laura Sadis ha annunciato che “c’è una commissione interna all’AET incaricata di gestire gli investimenti fatti nel passato. Si tratta di stabilire una strategia d’uscita in maniera da minimizzare eventuali perdite. Sono gli aspetti negativi, ma AET oggi si concentra maggiormente su investimenti produttivi. Il gruppo di lavoro è all’opera per la dismissione da alcune partecipazioni.”
[..] Leghisti e ecologisti chiedevano la testa del CdA, sollecitando il Governo a sollevarlo dall’incarico e a procedere a un rinnovo totale.
La posizione del PS : “L’AET deve diventare l’Azienda energetica ticinese, non una holding di rischiose e poco trasparenti partecipazioni finanziarie. Purtroppo non si è ancora in grado di quantificare con chiarezza le perdite.”
Sergio Morisoli (Indipendenti) ha rilanciato la proposta di una AET SA, poi ha detto di bocciare i conti : “In questa azienda manca una vera governance.”
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