[Pubblico con piacere questo contributo non senza aggiungere (non dovrei, ma è più forte di me) che esso appare ai miei occhi come un esercizio di puro terrorismo]


Qualche giorno fa un conoscente mi ha posto questa domanda riguardo al raddoppio della galleria autostradale del Gottardo: “Da che parte mi devo schierare?” Io, come faccio sempre, gli ho risposto: “Sul sito sud-nord.ch trovi tutte le informazioni necessarie per farti un’idea, poi decidi tu!” Ma lui insisteva e ha aggiunto: “Puoi riassumermi in poche parole perché tu sei contrario?” È stato un bell’esercizio, senza citare cifre o studi, spiegare i principi che stanno dietro alla decisione di non volere un secondo tubo. Le ragioni di fondo sono principalmente due.

La prima è che siamo ampiamente nel ventunesimo secolo e cercare di tornare alla metà degli anni 60 per riciclare soluzioni che abbiamo visto non essere adeguate mi sembra assurdo. Ancora più assurdo quando una soluzione funzionale e innovativa verrà inaugurata tra pochi anni e si tratta di AlpTransit. E quando invece di sostenere proposte private funzionanti e innovative come il “Tilo delle merci”, mettiamo tutte le premesse per permettere alla UE di asfaltarci sotto una colonna interminabile di camion in transito. E lo facciamo applicando un pensiero schizofrenico, che i fautori del raddoppio ripetono spesso, e che all’estero copre di ridicolo noi Svizzeri tutti: “Abbiamo costruito un’opera colossale da 20 miliardi di franchi e ora che c’è vogliamo ovviamente che le merci vadano sul treno. Per questo costruiamo un secondo tubo autostradale…”

Il secondo motivo è legato alla qualità della vita di noi Ticinesi. Tutti i Cantoni e tutte le regioni circostanti europee si danno da fare per diminuire il traffico e per migliorare la qualità dell’aria che respirano e lo fanno cercando di sbolognare altrove i camion in transito. Unica eccezione europea sono i nostri governanti e i soliti lobbisti che evidentemente con la costruzione di un secondo tubo si garantiranno vantaggi valutati superiori alla qualità della vita di noi tutti. Altrimenti non si spiega come, nel cantone più inquinato della Svizzera si vogliano gettare le premesse per avere ancora più camion, ancora più traffico sulle nostre strade già intasate, ancora più malati di cancro ai polmoni (il Ticino ha una percentuale doppia di malti rispetto agli altri cantoni elvetici) e altre gravissime patologie che colpiscono prevalentemente i nostri figli e le persone anziane.

Sono queste le domande di fondo che ho consigliato di porsi al mio conoscente: che Ticino ti immagini tra venti anni? Un paese invaso da milioni di TIR? Un paese senza turisti a causa di un inquinamento feroce? Un posto dove gli interessi di pochi valgono più del benessere di tutti? O un paese innovativo che ha proposto e perseguito soluzioni lungimiranti e tecnologicamente all’avanguardia che permettono a tutti di vivere una vita migliore e degna di questo nome?

 Andreas Barella, coordinatore “Per un collegamento Sud-Nord sostenibile e scorrevole”