Articolo pubblicato nel Corriere del Ticino del 15 febbraio.

Schneider-Ammann è “nella bufera” (solito linguaggio enfatico dei media), messo sotto tiro dalla sinistra, e probabilmente non solo. Tito Tettamanti, imprenditore e  finanziere, prende cavallerescamente le sue difese, benché nel senso dell’agire politico – per quanto possa saperne io – non lo approvi affatto.

La sua “spiegazione” Schneider-Ammann l’ha data, eccome. Doveva ottimizzare le risorse per preservare i posti di lavoro dei 3.500 che lavoravano per lui (1.200 nel solo canton Berna). 3500 non sono pochi. Io gliela do per buona, e voi sarete quasi certamente d’accordo con me. (fdm)


Il consigliere federale Schneider-Ammann, al tempo in cui dirigeva l’industria di feccomeamiglia (3.500 collaboratori, di cui 1.200 nel canton Berna) ha costituito due società di struttura (una nelle Isole del Canale e l’altra nel Lussemburgo) nell’ambito della legale e legittima pianificazione fiscale delle attività internazionali dell’azienda. Tutto alla luce del sole, situazione conosciuta dalla autorità, che hanno confermato giorni fa la perfetta conformità dell’agire.

Ma per alcuni ambienti svizzeri, per parte della sinistra, ciò non basta. Johann Schneider-Ammann non ha agito come la morale vuole. Ohibò! Agire conformemente alla legge vuol dire essere immorali? Vediamo di chiarirci le idee.

Lo Stato, con le sue strutture, ci impone le leggi: imposizione, perché non siamo in grado di dare il nostro contributo alla formulazione e talvolta addirittura le dobbiamo rispettare, anche se abbiamo votato contro. Leggi che costituiscono le regole del gioco della nostra convivenza. Uno dei grandi vantaggi è la certezza del diritto, vale a dire il fatto di sapere esattamente come mi debbo comportare e come si debbono comportare gli altri.

Ora per taluni ciò non basta. Oltre a ciò si dovrebbe giudicare se il nostro comportamento di cittadini che operano in ossequio alla legge soddisfi ulteriori esigenze morali. Di chi? Quali?

Tito Tettamanti