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Diego Fusaro, filosofo e saggista italiano, è docente universitario allo IASSP. (MI)

Diego Fusaro intervistato più volte da Ticinolive, fornisce una lucida e profonda visione su temi caldi, che di questi tempi incendiano l’Italia e i suoi media. Dal caso (discusso) della scorta di Saviano alla filantropia mondialista di George Soros, sino allo scontro Francia – Italia in termini d’immigrazione. Perché in questi primi giorni d’estate dai meriggi infuocati e dai ventosi vespri, a noi piace proporre un’intervista tutta da meditare.

Roberto Saviano merita la scorta, al pari delle vittime di mafia? Cosa pensa della decisione del ministro Salvini di revocargliela?
Nell’essenziale penso che allo stato dell’arte occorra potenziare la scorta di Saviano a patto che questo serva a rimuovere tutta questa polemica e non dare ulteriore spazio a questo aedo del pensiero unico allineato sempre e di nuovo con i signori della classe dominante e portavoce dei loro desiderata.
Lei ha definito George Soros come “signore della finanza e del big business, esponente di punta della classe dominante globalista e apolide”. Il settimanale The Economist lo ha invece definito “spauracchio dei nazionalisti europei”. Perché, a suo parere, questa dicotomica discrepanza di recezione?
La discrepanza di visioni mette capo a una discrepanza di interessi e di classi in campo: Soros appartiene alla classe mondialista, globalista, finanziaria, la nuova classe dominante dopo l’89, è chiaro che gli altri membri di suddetta classe e i giornalisti di completamento, lo elogino presentandolo ora come filantropo, ora come vittima dei nazionalisti, dei populisti, dei comunisti e quant’altro, mentre invece è ovvio che la classe che sta in basso, composta dal vecchio ceto medio borghese, dal vecchio ceto proletario- l’unica classe che io chiamo oggi precariato – lo veda come il nemico numero uno: non, ovviamente, perché è George Soros in quanto tale o perché ebreo o per altre simili sciocchezze che ripetono dall’alto per delegittimare la critica, ma perché rappresenta, appunto, la classe dominante apolide, finanziaria, che a colpi di rivoluzioni colorate, di altre escogitazioni difende i propri interessi, colpendo sempre da capo gli interessi delle classi dominate, che vogliono invece salari più equi, più diritti sociali, più possibilità di difendere le loro conquiste salariali e così via: è un conflitto di classe, tra il signore globale elitario e il servo nazionale popolare precarizzato, come ho cercato di mostrare nel mio ultimo libro, Storia e coscienza del precariato: servi e signori della globalizzazione. (edizioni Bombiani, 2018, n.d.r.)
Macron nega che l’Italia stia vivendo una crisi migratoria e definisce il governo della penisola coi peggiori epiteti. Perché?
Non voglio essere, in questo, alfieriano e scrivere anch’io un Misogallo, però debbo dire che la Francia sta assumendo un contegno degno di biasimi, per il fatto che la Francia è la causa prima dell’immigrazione di massa, nella misura in cui depreda e bombarda la Libia, cagiona immigrazioni di massa e destabilizzazione poi rimprovera l’Italia, ma come dico sempre il fatto che questi migranti parlino francese senza aver fatto un Erasmus alla Sorbonne è la prova che sono stati vittime di colonizzazioni francesi prima e che ancora oggi subiscano questi imperialismi etici gallici, e quindi il vero problema è la Francia e non l’Italia.
Cosa pensa del triumvirato Conte-Salvini-Di Maio?
Penso che sia un esperimento politico, un laboratorio, una fucina unica in Europa: il governo del popolo contro l’élite, il governo del basso contro destra e sinistra uniti in alto, la vittoria del popolo contro l’elite finanziaria del servo precarizzato contro il signor globale elitario. Io non santifico nessuno, vedremo cosa sapranno fare, ma già che siano lì è un esperimento grandioso.
infine, la veterolingua. Difesa di termini arcaici, (che lei rende redivivi) o sfoggiamento della conoscenza degli stessi?
La uso come contrapposizione rivendicata alla neolingua anglofona dei mercati che come quella di Orwell impoverisce il lessico e il pensiero dei sudditi del nuovo totalitarismo glamour dei consumi. Credo che riappropriarsi della veterolingua, cioè della lingua italica, con una ricchezza linguistica, con espressioni che non si usano più nell’epoca dei twitter e facebook, sia fondamentale. Non un vezzo, ma un’opera di resistenza culturale alla barbarie nichilistica che sta avanzando.

 

Intervista di Chantal Fantuzzi

(in foto Diego Fusaro fotografato per Panorama)