Nella notte tra il 26 e il 27.12 us al Vanilla Club di Riazzino si è verificata l’ennesima aggressione: 5 giovani per motivi futili hanno brutalmente infierito su un 18enne, prendendolo a pugni e a calci. La vittima ha riportato ferite gravi ad un occhio, frattura dello zigomo e trauma cerebrale.

Purtroppo questi episodi intollerabili, queste aggressioni in branco, continuano a ripetersi. Si tratta di fatti gravissimi ed estranei alla nostra cultura, ed infatti non di rado gli aggressori sono di origine straniera.

Nel caso concreto dell’ultima aggressione al Vanilla Club di Riazzino, lascia oltremodo perplessi che, per un’aggressione avvenuta in un esercizio pubblico davanti a testimoni e con tanto di videosorveglianza e servizi di sicurezza, a svariati giorni di distanza dai fatti si cerchino testimoni e si presentino
“denunce contro ignoti”.
Uno stato di cose che alimenta il sospetto che, malgrado i numerosi precedenti, i dispositivi di sicurezza dei locali pubblici, come pure le forze dell’ordine e gli strumenti a loro disposizione, non permettano una reazione rapida ed efficiente a queste brutali aggressioni.

Quanto accaduto a Riazzino riporta purtroppo alla mente i tragici fatti di Locarno, costati la vita a Damiano Tamagni.
C’era almeno da sperare che quella tragedia non si rivelasse inutile; che, anche a seguito della grande attenzione e partecipazione pubblica a quel dramma, qualcosa sarebbe cambiato: sia nella prevenzione, come pure nell’individuazione e nel sanzionamento degli autori di aggressioni violente.

I successivi fatti di cronaca purtroppo portano alla conclusione che anche questa speranza è destinata a rimanere delusa.

Chiediamo pertanto al lod. Consiglio di Stato:

– Dal decesso di Damiano Tamagni, quali misure concrete sono state messe in atto per rendere più efficace la prevenzione, ma anche la repressione, il sanzionamento ed – evidentemente – l’identificazione dei responsabili di aggressioni violente, specie nell’ambito giovanile?
– Quali risultati concreti sono stati ottenuti?
– Il CdS ritiene che i sistemi di sicurezza e videosorveglianza in dotazione dei ritrovi pubblici più a rischio, siano adeguati ad una prevenzione e dissuasione di azioni violente? E l’organico e gli strumenti in dotazione della PolCant?
– Nel merito del caso concreto dell’aggressione al Vanilla di fine dicembre: come si spiega che, a svariati giorni di distanza da un’aggressione compiuta in un locale pubblico, davanti a testimoni e malgrado servizi di sicurezza e videosorveglianza, siano state presentate denuncie “contro ignoti” e si cerchino testimoni?

Con la massima stima

Donatello Poggi – Lorenzo Quadri