Il registratore, dal quale l’uomo non si separava mai, potrebbe contenere indicazioni utili sul destino di Livia e Alessia, scomparse insieme al padre il 30 gennaio.

Matthias S. il padre delle due gemelline scomparse, temeva che la madre di Livia e Alessia potesse trasferirsi in Belgio, paese dove secondo i media belgi aveva vissuto, con le figlie. La madre delle gemelline, Irina Lucidi, che vive in Svizzera a Saint-Sulpice, nella sua infanzia aveva vissuto in Belgio a Etterbeek et Overijse, in quanto suo padre Francesco era funzionario a Bruxelles per conto dello Stato italiano. Nell’istanza di divorzio l’uomo ha tentato – senza riuscirvi – di ottenere la custodia esclusiva delle figlie, dalle quali non avrebbe mai voluto separarsi.

Il registratore
Si cerca un registratore che aveva sempre con sè l’uomo che il 3 febbraio scorso si è tolto la vita nella stazione di Cerignola, in Italia. Il registratore potrebbe contenere un messaggio lasciato dall’uomo che chiarisca la sorte delle figlie, le gemelle svizzere di sei che aveva con sè nell’ultimo weekend di gennaio e che poi non ha più riaccompagnato a scuola, così come aveva concordato con la moglie dalla quale si stava separando.

Gli investigatori impegnati nelle ricerche delle gemelle in tre paesi, Svizzera, Italia e Francia, ipotizzano anche, da tracce lasciate nel suo computer, che l’uomo avesse premeditato da tempo la sua fuga.
L’uomo potrebbe aver deciso di spedire il registratore, un vecchio modello dal quale non si separava mai e che non è stato ritrovato nè nella sua abitazione in Svizzera nè nella sua vettura, lasciata parcheggiata davanti la stazione di Cerignola il 3 febbraio.

Potrebbe quindi aver spedito il registratore alla moglie così come ha fatto con i soldi che il 31 gennaio ha ritirato da più sportelli bancomat di Marsiglia, in tutto 7.500 euro. Due delle buste contenenti i soldi inviate alla moglie sono state trovate qualche giorno fa in una cassetta delle lettere in disuso nei pressi della stagione di Cerignola.

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