Oggi abbiamo intervistato per voi Sergio Morisoli, candidato al Consiglio di Stato per il PLRT.

TicinoLive: I partiti storici ticinesi, come il PLR, accusano una crisi di rappresentanza. Il modello di partito “famiglia” che creava un legame stretto fra elettore e rappresentanti politici, in cambio anche di posizioni nel tessuto sociale sembra storicamente saltato. Se è davvero così, perché il PLRT non ha saputo adeguarsi, quali sono stati gli ostacoli e quali potrebbero essere le soluzioni?

Sergio Morisoli: Il modello salta perché, primo, le generazioni nuove non votano più un partito per tradizione famigliare ma per scelta e questo è un segno positivo di maturità; secondo, perché scelgono le persone e non più le ideologie scomparse a fine secolo, e questo è un segno positivo di affrancamento dai totalitarismi.
E’ difficile trovare il sistema di fidelizzare nuovamente un elettorato di più generazioni, multietnico, cosmopolita e libero dall’idea che sia lo Stato a dovergli un posto di lavoro, una commessa o un aiuto. Nel PLR non sono tanto le posizioni ideologiche in sé molto diverse ma arricchenti, quella liberale o quella radicale, a creare problema.
Purtroppo e’ a volte una radicata posizione assolutista statalista ad emergere, e questo oggi è incomprensibile per tutti quelli che lavorano e producono nell’economia privata. La soluzione è scegliere candidati che hanno a cuore questo cambiamento di orizzonte.

TL: Vi sono temi che toccano profondamente il cittadino elettore che su certe questioni chiede ai propri rappresentanti nelle istituzioni posizioni chiare e non ambigue. Il popolo svizzero a più riprese ha bocciato i tentativi di adesione all’UE, oggi un’area in profonda crisi non solo economica, eppure gran parte del mondo politico, sia sul piano cantonale che su quello nazionale, continua direttamente o indirettamente a perorare la causa europea, condizionando di fatto le politiche cantonali e quelle federali. Su questo tema strategico che posizione ha al riguardo? E come vede il ruolo della Svizzera che, è bene ricordarlo, economicamente è già molto ben posizionata sul piano internazionale?

SM: Per me il problema numero uno è che la Svizzera non sa bene cosa vuole in materia di politica interna e da questo nasce la situazione disastrata in politica estera. L’UE se ne è accorta da tempo e ci attacca. Non dobbiamo illuderci che aderendo all’UE i problemi si risolverebbero; al contrario ne importeremmo di nuovi.
La Svizzera per tradizione ha un ruolo di intermediazione e “mercenario” e ne deve riscoprire l’orgoglio non la vergogna. Non deve limitarsi all’UE, oggi il mondo del sud est asiatico, dell’America latina e dell’India cresce e produce ricchezza notevole e quindi noi dobbiamo sentirci liberi e indipendenti dall’UE per muoverci nella globalità dei mercati senza sottostare a condizioni bilaterali tra UE e resto del mondo. Abbiamo più chances di crescita lavorando liberamente con il resto del mondo che negoziando attraverso l’UE.

TL: Qualora entrasse in Consiglio di Stato, ci dica in poche parole come si posizionerà su questi temi:
a– Difesa e valorizzazione della piazza finanziaria e dell’economia cantonale.
SM: Non solo difesa ma anche attacco in modo da irrobustire ancora di più questo nostro vantaggio di posizione.

TL: b– Sicurezza e problematica del frontalierato.
SM: Sono due cose diverse. Più forze e controlli nella zona di frontiera, i furti sembrano piccolezze ma sono la punta dell’iceberg di una frontiera colabrodo. I frontalieri sono indispensabili, ma bisognerebbe lottare contro il dumping e favorire primariamente l’inserimento di indigeni in certe professioni qualificate.

TL: c– Competitività fiscale e miglioramento delle condizioni quadro cantonali.
SM: Dopo dieci anni di assenza di sgravi è tempo e ora di procedere ad una riforma fiscale verso il basso globale. Il principio del “meno tassi più incassi” dovrebbe essere ripreso abbandonando quello del “tassa e spendi”.

TL: Parliamo – e non possiamo farne a meno – degli attacchi personali alla sua fede. Perché secondo lei a molti dà fastidio questa sua scelta personale? O è solo un pretesto per sparlare di un candidato non gradito da taluni ambienti radicali?

SM: Mi fa specie che nel XXI secolo chi si professa non credente si accanisca a fare l’inquisitore di chi è credente; un medioevo alla rovescia. Da una parte, i sacerdoti del laicismo elogiano il fatto che le credenze religiose siano situate all’interno della sfera intima e personale; gli stessi per me invece pretendono che la mia fede sia buttata sul cortile e presa a calci da chi vuole. Fossi stato musulmano, ebreo, nero, giallo o rosso avrebbero scritto e imbrattato i giornali in questo modo? Non penso sia una faccenda di radicali o meno, ma unicamente di persone intolleranti e illiberali.

TL: . Da molti anni lei siede in Municipio a Monte Carasso. Tutti obbligati ad andare a messa la domenica?

SM: Basta guardare l’affluenza nelle Chiese in generale per capire quanto gli obblighi potrebbero funzionare…

TL: Quali le politiche da attuare per favorire o migliorare l’occupazione giovanile?

SM: Lo Stato sponsorizzi posti nelle imprese innovative locali e attragga nuove possibilità dall’estero. Rischi dei soldi in nuove imprese giovanili (start up); promuova la trasformazione di numerosi brevetti e patenti in attività di ricerca e industria; ad esempio nel settore delle energie pulite e rinnovabili. Insomma faccia una scommessa forte.

TL: Quale è la sua visione sulla promozione del turismo nel nostro cantone? Come intenderebbe agire in futuro per la promozione sia a livello locale che cantonale?

SM: Sono dell’idea che il turismo non è lo Stato a farlo ma che lo Stato deve mettere gli operatori in condizione di essere creativi e innovativi per offrire il meglio del nostro potenziale.
Lo Stato deve fare di tutto per rendere accessibili facilmente le nostre mete (doppio tunnel San Gottardo, collegamento A2 con A13 in primis) e per creare le nuove infrastrutture portanti di base (ambiente, pianificazione, collegamenti locali). Infine lo sponsor e il marketing a livello globale della regione Ticino.

Per conoscere ancora meglio Sergio Morisoli visitate il suo sito: www.sergiomorisoli.ch

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