Abbiamo chiesto ad alcuni studenti dell’USI quali fossero le loro priorità e le loro domande per i candidati alle elezioni cantonali del 10 aprile 2011.
Marco Passalia, candidato al Consiglio di Stato per il PPD, fra i più giovani in corsa per l’Esecutivo, ci ha fornito le sue risposte, che vi presentiamo.


TicinoLive: In che modo si impegnerebbe per favorire l’occupazione giovanile?

Marco Passalia: A mio parere la questione della disoccupazione giovanile dovrebbe essere affrontata differenziando le misure che potranno essere messe in atto subito da quelle adottabili nel medio e nel lungo periodo.
Tra le misure a breve, già oggi si dovrebbe insistere maggiormente sulle riqualifiche specifiche legate a quei settori in cui c’è una forte domanda di personale (ad esempio l’ambito delle esportazioni). Inoltre, risulta importantissimo il ruolo informativo del Cantone in sinergia con le associazioni economiche e sindacali per stimolare le aziende ad accogliere apprendisti, ad assumere giovani freschi di studio e ad aprire le porte a nuovi stagisti. Non dimentichiamoci che spesso il problema per i giovani è proprio l’impossibilità di fare i primi passi nel mondo del lavoro.
Un altro elemento importante che potrebbe essere migliorato rapidamente è lo stimolo all’auto-imprenditorialità accompagnato dalla diffusione di tutte quelle competenze per mettersi in proprio: ciò naturalmente presuppone che si conosca già un mestiere o che si abbia un’ottima idea. Di esempi ce ne sono parecchi, ma si potrebbe fare molto di più.
Ovviamente, non si può parlare di microimprenditorialità senza far riferimento alla necessità di creare una forma di microcredito adatta alle nostre abitudini sociali. A questo proposito, sarebbe da approfondire il ruolo che potrebbe giocare la Banca dello Stato del cantone Ticino.
Nel medio e lungo periodo, invece, sarà cruciale fare delle scelte formative chiare atte a rispondere alle necessità dell’economia e della società. Mi spiego. Se oggi il mondo del lavoro fa fatica a trovare ingegneri civili, allora sarà importante orientare gli studi anche in quella direzione. Se la popolazione invecchia costantemente, significa che avremo bisogno di personale infermieristico e di assistenti di cura. Infine, non dimentichiamo che nel lunghissimo termine sarà fondamentale insistere sulla ricerca scientifica nel nostro cantone, sulla formazione di nicchia e sul trasferimento tecnologico dai centri di competenza verso le aziende. In questo modo si punterà anche sul lavoro altamente qualificato.

TicinoLive: Ha intenzione di promuovere misure concrete per la riduzione delle polveri fini e le emissioni di CO2 che non si affidino unicamente alle variazioni meteorologiche?

MP: La domanda è generale ed in parte si può tranquillamente rispondere con un sì: la cultura del rispetto dell’ambiente è insita nelle nuove generazioni (compresa la mia).
Allo stesso momento, però, ha una sua valenza razionale anche il principio che “chi inquina, paga”.
Cominciamo col dire che tra le cause principali di queste emissioni dobbiamo annoverare le economie domestiche, le aziende ed il traffico stradale (e ferroviario).
Quindi, per quanto concerne il traffico stradale in futuro si dovrà sicuramente insistere ai cosiddetti “ecoincentivi” che mirano a migliorare il parco veicoli in termini di efficienza energetica. Inoltre, non vanno dimenticate nemmeno formule moderne di mobilità come il “car sharing”(condivisione dell’auto) o una tradizionale combinazione – laddove è possibile – tra veicolo privato e mezzi pubblici (“park and ride”). Provocatoriamente, inoltre, mi verrebbe anche da dire che non si è ancora fatto abbastanza per promuovere il traffico lento (bicicletta, ecc.)
Per quanto riguarda le economie domestiche, se si vorranno avere degli effetti positivi occorrerà insistere sul risanamento degli stabili obsoleti e su condizioni rispettose dell’ambiente per le nuove abitazioni (vedi standard Minergie).
Naturalmente, lo Stato regolatore può fare molto in questa direzione, ma occorre fare attenzione a non correre il rischio di ottenere l’effetto negativo di ribaltare tutti i costi in un breve intervallo di tempo unicamente sulle spalle del singolo cittadino proprietario o affittuario.
Per quanto riguarda le aziende, il discorso del risanamento degli stabili è analogo, ma è necessario aggiungere che si dovrà puntare maggiormente sul mercato dei certificati di emissione di CO2 per stimolare le aziende ad avere comportamenti virtuosi.
Per concludere, in generale, sarà importante mettere l’accento su una ripartizione equa tra tutti gli attori in gioco dei costi di trasferimento verso minori emissioni di polveri fini e di CO2. Non potranno certamente essere unicamente le aziende, i singoli cittadini o gli utenti della strada a dover pagare le esternalità negative causate all’ambiente.

TL: Quale la sua visione sulla promozione del turismo in Ticino? Come intende portare avanti questo tema in futuro, sia a livello locale che cantonale?

MP: Non voglio peccare di “tuttologia”, ma ritengo importante considerare due elementi centrali. Il primo è l’accessibilità del nostro territorio. Mi riferisco alle infrastrutture stradali che devono essere in grado di soddisfare un forte afflusso di turisti (penso ad esempio alle code chilometriche al Gottardo), ma anche a tutte quelle strade che devono garantire l’accesso verso le zone più periferiche e più ricercate dai turisti. A questo proposito, non dimentichiamo che una buona fetta dei turisti predilige tutt’ora la libertà di spostamento grazie al veicolo privato.
Quindi, sarà essenziale mettere l’accento su tutte quelle opere infrastrutturali cruciali per tutto il cantone: penso in particolare al completamento del Gottardo, al collegamento A2-A13 nel Locarnese, alla Stabio-Arcisate nel Mendrisiotto nonché alla circonvallazione di Agno-Bioggio nel Luganese.
L’altro elemento importante è l’organizzazione di eventi che siano in grado di attrarre visitatori in tutti i periodi dell’anno. Banale a dirsi, ma uno degli eventi di maggior successo in questi ultimi anni è stato “Moon &Stars” che ha portato migliaia di persone e di turisti nel nostro cantone. Tutto ciò, però, non può funzionare senza un vero coordinamento ed una comunione d’intenti tra i vari organizzatori e promotori di eventi.
Per concludere, ritengo che se le vie di comunicazione sono funzionanti e gli eventi sono attrattivi, non si dovrà fare troppa fatica ad attirare in Ticino nuovi visitatori.

TL: Cosa intende fare per portare maggiore unità e dialogo in Ticino, sia a livello di partiti politici che a livello di regioni?

MP: A livello politico e partitico ritengo che sia più che mai importante assumere delle posizioni chiare ed esprimere delle opinioni inequivocabili all’interno di un contesto in cui il rispetto per chi la pensa diversamente deve sempre essere presente.
A livello regionale, invece, credo che le dinamiche aggregative tra i Comuni abbiano leggermente smussato le visioni campanilistiche locali portando ad una maggiore – seppur leggera – unità cantonale. In ogni caso, mi sembra normale che vi sia un certo livello di diversità che porta a delle rivendicazioni più regionali. Mi stupirei del contrario. Naturalmente, le risposte a queste rivendicazioni andranno calibrate dalle autorità politiche in base alle differenti sensibilità del Governo e del Parlamento.

TL: Locarno potrebbe diventare un comune forte grazie all’aggregazione con i comuni vicini (Losone, Muralto, Minusio, Brione sopra Minusio, Tenero e Gordola). Cosa pensa di questa aggregazione? Che passi è disposto a intraprendere per favorire il dialogo tra questi comuni?

MP: I politici ne parlano da anni e non siamo ancora arrivati a nulla di concreto. Studi, dibattiti, conferenze e centinaia di articoli sul giornale per arrivare finalmente a capire che è giunto il momento di dare la parola alla popolazione. Ed io sono convinto che ora i politici devono fare un passo indietro per lasciare spazio all’opinione incontrastabile del popolo votante che si esprimerà nei prossimi mesi in una votazione consultiva.

TL: Quale è la sua opinione in merito al progetto del “Parco di Magadino”? Prevede di sostenerlo? In che modo? In caso contrario, cosa è disposto a fare per lasciare integro il Piano di Magadino?

MP: Non tutti sanno che sul Piano di Magadino è prevista la creazione di un parco di circa 2’300 ettari atto a definire la riorganizzazione di una buona parte del territorio in questione. Perciò, è importante dire che si tratta di una scelta politica chiara che, da una parte, mira alla tutela di un certo patrimonio naturalistico e, dall’altra, a fare un po’ di ordine pianificatorio in sinergia con le aree già urbanizzate.
L’obbiettivo generale del Parco lo condivido, ma rimango un po’ perplesso quando constato che questo parco prevede una cosa, ma ne attua un’altra. Dando un’occhiata al rapporto di pianificazione, si legge che il Parco mira ad “offrire uno spazio aperto, un paesaggio di qualità – destinato allo sviluppo in sinergia di agricoltura, natura e svago – all’interno dell’area urbana tra gli agglomerati di Locarno e Bellinzona”.
E la mia perplessità è dovuta al seguente dato di fatto: sebbene si scriva esplicitamente una certa intenzione, in pratica si finisce per affrontare il solito vecchio scontro tra uomo ed ambiente dimenticandosi che non è poi così difficile trovare un sano e naturale modus vivendi. Diversi contadini non sono contenti, i gestori della pista di go-kart dovranno cessare la propria attività, chi pratica il tiro al piattello dovrà andarsene, chi pratica l’equitazione dovrà cercare altri percorsi, ecc. In altre parole, le attività di svago e l’equilibrio tra uomo e natura sembrano essere semplicemente dell’inchiostro su carta finendo per dimenticare quanto sia importante tutelare l’ambiente in maniera consensuale e con buon senso senza escludere a priori le attività umane.

TL: Quale è la sua opinione riguardo ad un allacciamento della T21 (Locarno-Aereoporto di Magadino) all’autostrada? Che passi è disposto a fare per favorire questo importante allacciamento che porterebbe ad un maggior afflusso di turisti (e non solo) e che eviterebbe interminabili colonne fonte di inquinamento atmosferico?

MP: Sono assolutamente favorevole al collegamento A2-A13 tra il Locarnese ed il Bellinzonese. Non possiamo dimenticare che Locarno è l’unica città svizzera senza un collegamento autostradale. D’altra parte, non ci vuole molto per capire che laddove ci sono dei collegamenti rapidi e funzionanti, c’è anche uno sviluppo importante delle attività economiche. In quest’ottica sono convinto che questo collegamento aiuterà il Locarnese a diversificare maggiormente le attività economiche presenti portando nuove aziende ad insediarsi. Tutto ciò naturalmente a vantaggio dell’occupazione e delle entrate fiscali dei Comuni della zona. Ricordo, inoltre, che i progetti presentati dal Cantone alla Confederazione sono il frutto di un incontro delle opinioni dei più diversi interesse. Detto in parole povere, più consensuale di così non si può. Ora, bisogna passare all’azione: lo penso in qualità di Locarnese, ma soprattutto come ticinese.

TL: Cosa pensa della creazione di un secondo tunnel autostradale del San Gottardo?

MP: Sono favorevole al completamento del Gottardo, sono contrario all’isolamento del Ticino e credo che già da un bel pezzo avremmo dovuto preparare degli studi scientifici sull’impatto economico e sulla capacità di transito delle infrastrutture stradali in questione.
Sono anche infastidito dal fatto che solo in questi ultimi mesi abbiamo appreso che la chiusura del Gottardo per almeno 900 giorni per la giusta necessità di risanamento, costringerà il Ticino all’isolamento portando con sé delle conseguenze economiche e sociali insanabili.
Quindi, per una questione di sicurezza, per garantire un collegamento certo tra Nord e Sud e per evitare delle ripercussioni epocali per il nostro Cantone, è opportuno procedere al completamento del Gottardo nel pieno rispetto della Costituzione, ovvero senza aumentare la capacità di transito.

TL: Come intende promuovere l’utilizzo di mezzi alternativi alle automobili, che abbiamo un’emissione minima se non nulla (treno, bus elettrici, bicicletta,…)?

M.P. La complementarietà dei mezzi di trasporto e la libera scelta del tipo di trasporto sono due elementi imprescindibili. Non dimentichiamo che gran parte del nostro territorio è poco adatto a mezzi di trasporto come la bicicletta o il treno; penso in particolare alle valli.
A proposito di mezzi alternativi, non bisogna correre il rischio di pensare che il veicolo elettrico sia per forza la soluzione meno dannosa alla natura. Non dimentichiamoci ad esempio che l’elettricità in qualche modo deve pur essere prodotta.
In ogni caso, ritengo importante spingere su tutti quei mezzi di trasporto che hanno fatto dell’efficienza energetica il proprio cavallo di battaglia. In questo senso, è opportuno dare degli incentivi indiretti per chi tende ad orientarsi verso soluzioni più efficiente e quindi più ecologiche. Per fare un esempio, già ora grazie agli “ecoincentivi” è possibile risparmiare costi e tasse altrimenti imposti.

TL: Cosa pensa della politica ticinese?

MP: Sicuramente non noiosa, anche se troppo spesso è litigiosa, talvolta confusionale e, altre volte, poco lungimirante. Ci vorrebbe realmente un bel rimpasto tanto in Consiglio di Stato quanto in Gran Consiglio. Purtroppo, parlando della politica con accenzione negativa, si corre il rischio particolarmente fastidioso che anche tutti quei politici seriamente impegnati e che lavorano assiduamente in favore del Paese, finiscano per rimanere nell’ombra di quei politicanti che con il proprio agire contribuiscono ad amplificare i pregiudizi negativi sulla politica.

TL: Quali motivi l’hanno spinta a candidarsi ?

MP: La candidatura di un giovane al Consiglio di Stato di solito viene percepita come un riempitivo atto a dare visibilità per entrare agevolmente in Gran consiglio. È sicuramente un modo concreto di vedere la questione visto che ambisco anche al Parlamento, ma ritengo che una tale risposta sia limitativa e superficiale. Come giovane mi sento in dovere di portare un messaggio, ovvero la capacità delle nuove generazioni di prendersi delle responsabilità. In altre parole, testimoniare di fronte ad altri giovani che è possibile prendere in mano il proprio futuro è il messaggio più importante che vorrei trasmettere.
Inoltre, devo anche dire che mi sento onorato di contribuire all’operato dei popolari democratici, nella convinzione che potrò portare molto sia in termini di competenze specifiche su parecchi temi, sia in termini di consensi da parte di tutti quei ticinesi che in questi anni hanno potuto conoscere le mie idee e soprattutto la mia attività professionale a favore di un’economia forte ed attrattiva.

Per conoscere ancora meglio Marco Passalia visitate il suo sito: www.passalia.ch

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