Martedì 5 aprile la Nato ha condotto un raid aereo contro le forze lealiste del colonnello Gheddafi a una trentina di chilometri a est del terminal petrolifero di Marsa el Brega, dove i combattimenti per il controllo della città infuriano da diversi giorni.
Malgrado gli interventi degli aerei dell’Alleanza, in questa regione i ribelli hanno perso le postazioni avanzate e di fronte all’incalzare dei soldati del regime sono arretrati di diversi chilometri.


Martedì è atteso a Tobrouk un tank in provenienza dall’Europa per il carico di petrolio per un valore di 120 milioni di dollari. Il petrolio sarà venduto dai rivoltosi e quanto incasseranno da questa operazione permetterà loro di acquistare armi e mezzi militari.

Sempre martedì il governo libico ha annunciato di essere pronto ad avviare riforme per cercare di mettere fine al conflitto che da oltre un mese divide in due il paese.
Il portavoce del governo ha annunciato che il regime è pronto a negoziare sia per le elezioni come pure per un referendum: “Gheddafi intende negoziare il sistema politico che gestirà la Libia. Possiamo parlarne se da parte dei rivoltosi verrà manifestata buona volontà e se riconosceranno che Gheddafi è necessario per garantire la sicurezza nel paese e per mantenere unito il popolo e i clan tribali. Riteniamo che la presenza del colonnello sia importante per qualsiasi transizione o per un modello democratico trasparente.”