Un imprenditore proprietario di una società informatica nel canton Svitto ha una causa aperta dal 2005 con le autorità fiscali del suo cantone perchè si rifiuta di pagare l’imposta ecclesiastica, la cosidetta Kirchensteuer.

L’uomo si professa ateo e invocando la libertà di coscienza e di credenza, entrambe garantite dalla Costituzione federale, si oppone al pagamento di questa imposta.

L’imposte ecclesiastica, anche detta imposta di culto, è la tassa che le Chiese e le comunità religiose ufficialmente riconosciute sono autorizzate a prelevare in un determinato territorio per assicurare il proprio finanziamento.
In media, fa notare l’imprenditore, in Svizzera l’imposta ecclesiastica raccoglie ogni anno 250 milioni di franchi, di cui gran parte versati da persone che come lui sono atee, oppure da ebrei, musulmani, protestanti, buddisti e quant’altro. Da qui la sua considerazione riguardo all’ingiustizia di questo prelievo fiscale.

Lo scorso anno il Tribunale federale aveva respinto l’istanza dell’imprenditore. Lungi dall’arrendersi l’uomo ha portato il suo caso di fronte alla Corte europea dei diritti dell’uomo.

(Fonte: Le Matin.ch)