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Alan Greenspan prevede in tempi brevi l’inevitabile default della Grecia perché a suo dire non esiste un potere politico capace di risolvere una tale crisi del debito. E’ una notizia rimbalzata venerdì fra i media internazionali.

Nulla da discutere sulla gravità della crisi greca ma invece di perdere tempo a sentenziare su fatti noti (da settimane si parla di un possibile default della Grecia), l’economista americano, presidente della Federal Reserve dal 1987 al 2006, dovrebbe invitare i suoi connazionali responsabili delle agenzie di rating a fare qualche valutazione più attuale su quanto sta accadendo negli Stati Uniti.
Da un breve esame della situazione si renderebbero conto che l’economia statunitense è probabilmente altrettanto compromessa che quella greca, con l’enorme differenza che la Grecia può ancora sperare sull’aiuto dell’Unione europea. Invece gli Stati Uniti sono soli.

Sono soli e confrontati con le scadenza a breve di centinaia di miliardi di dollari di treasure bonds. Il governo di Washington non ha soldi e siccome ha raggiunto il massimo legale del debito accordato dal Congresso di 14 ‘294 miliardi di dollari, difficilmente troverà un rifinanziamento.
Questo significa che il dollaro potrebbe davvero collassare entro il prossimo mese di luglio, come aveva previsto lo scorso marzo l’economista statunitense Warren Buffet.
A questo punto gli Stati Uniti si renderanno conto che a nulla sono valse le manovre delle agenzie di rating di affossare l’economia europea nello spirito di quella massima – tanto in auge nel Medioevo – che diceva “Mors tua, Vita mea.”

Rave