Lo scorso 16 giugno Paolo Bernasconi, professore HSG, ha dato sfogo ad una sua struggente e straziante protesta per la mancata rielezione di Erwin Beyeler (vedi foto) alla carica di procuratore generale della Confederazione.
Come la mannaia del boia il verdetto: «La giustizia penale svizzera è stata decapitata». Da chi? Altrettanto chiara e incontrovertibile la risposta: «Dall’UDC e da qualche altro teppista della politica».
Se l’esimio ex magistrato senza macchia e senza paura permette ad un povero tapino, per di più convinto UDC, una domandina semplice semplice, chi sono i teppisti della politica? Risposta implicita nello scritto di Bernasconi: messi da parte i 50 e rotti deputati a Berna del gruppo UDC, che secondo il nostro sono teppisti anche se non facessero politica, gli altri teppisti sono, con solare evidenza, i circa 70 consiglieri nazionali e agli Stati targati PS, Verdi, CVP, FDP che non hanno dato il necessario sostegno al procuratore Beyeler.
Un vero e proprio record da Guinness per uno staterello come il nostro: quale altro parlamento bicamerale del pianeta può vantare una maggioranza assoluta di teppisti che osano dubitare dell’attitudine di un magistrato che si è dimostrato incapace totale e assoluto sia come capo della polizia federale che come procuratore?
Hell Angels, Holenweger, complotto Roschacher-Roduner (quello che si spediva i fax con minacce di via di fatto)-Nicati, in tutta la sua attività a Berna il Beyeler, con la complicità compiaciuta della signora Meier-Schatz e del suo vicepresidente PS, non ne ha indovinata una che sia una.
La signora Meier-Schatz, CVP, allora presidente di una sottocommissione di controllo del Consiglio nazionale, pretendeva di aver accertato un complotto del consigliere federale Blocher per eliminare il predecessore di Beyeler Valentin Roschacher e aveva messo sotto accusa il presidente UDC Toni Brunner per aver passato a Blocher informazioni riservate, mentre il complotto reale era quello che si stava tramando contro lo stesso Blocher.
Se ci sono critiche legittime da fare alle due Camere che non hanno rieletto Beyeler, queste sono certamente da rivolgere ai deputati che hanno osato sostenere un simile incapace.
Comunque l’uso del termine «teppista» per designare quei deputati a Berna che osano prendere decisioni invise al professore è paradigmatico del senso della misura, dell’equilibrio e della prudenza che a suo tempo avevano fatto grande, in qualità di procuratore, il nostro professore.
Scrive Bernasconi: «Ogni tanto alcuni suoi accusati sono stati assolti. Ma l’assoluzione non è una sconfitta del magistrato d’accusa. Manifesta soltanto una diversa visione da parte del Tribunale. Non c’è spazio per interpretazioni calcistiche».
Invece lo spazio c’è, eccome! C’è quando le cause perse dal magistrato d’accusa si avvicinano paurosamente al l00%. C’è quando le inchieste condotte senza criterio e le accuse conseguenti provocano danni incommensurabili a persone e aziende incolpevoli, danni di cui i magistrati, sola categoria professionale al mondo, non devono mai rispondere. C’è quando i magistrati sono affetti da eccessiva, patologica smania di protagonismo, smania che li induce ad azioni che danneggiano loro stessi (e questo fa sempre piacere a noi comuni mortali) ma che danneggiano ancor più le vittime dei loro strali.
Bernasconi Paolo, professore HSG e già magistrato che maneggiava il Morgenstern qual leggiadra piuma al vento, prosegue poi farneticando su messaggi dell’UDC a tutti i magistrati e poliziotti svizzeri, ridotti nel suo onirismo (e, naturalmente, per chiara colpa dell’UDC) ad uno stuolo di larve umane tremanti dalla paura. «Non tutti sono eroi»: non lo scrive, per innata modestia, ma sottintende «come lo ero e lo sono io». Chi ne profitta? Risposta facile: «I criminali». Diventa allora evidente che l’UDC, che impaurisce magistrati e poliziotti, indirettamente e inconsapevolmente favorisce i criminali.
En passant, il Nostro, con l’onestà intellettuale che altri gli riconoscono, rimprovera a Beyeler di aver congelato, su pressione UDC, la nomina a magistrati della Procura federale di tre collaudati collaboratori con passaporto straniero.
Chiaro il giudizio: «Chi cede ad un ricatto spalanca le porte ai ricattatori». Proseguendo nella lezione magistrale, il professore HSG ricorda poi ai semplici di spirito (cioè, a suo insindacabile parere, agli elettori UDC) che gli imprenditori stranieri clienti di banche svizzere vengono da noi anche grazie alla stabilità politica. Teme che il teppismo politico (cioè l’UDC) farà scappare anche quelli.
Versa quindi due lacrime sull’umiliazione (per noi più che meritata) della Commissione incaricara della vigilanza giudiziaria, che aveva raccomandato (a strettissima maggioranza, aggiungiamo) la rielezione di Beyeler.
Termina serafico: «Beyeler non era nè meglio nè peggio di altri». Esattamente come l’ex procuratore e attuale professore HSG, solo con meno smania di protagonismo.
Dott. Gianfranco Soldati
Presidente onorario UDC Ticino