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Decine di miliardi di euro per guadagnare (forse solo) qualche settimana di tempo. Così Alfonso Tuor inizia una nuova ed interessante analisi economica sulle pagine del Corriere del Ticino.
Ne riportiamo qui di seguito alcuni passaggi.


“Decine di miliardi di euro per guadagnare (forse solo) qualche settimana di tempo. In questo modo si può valutare il piano di aiuti alla Grecia varato dai capi di Stato e di governo europei.
Infatti a Bruxelles è stato deciso che Atene riceverà un nuovo prestito di 109 miliardi di euro, che si aggiungerà ai 110 miliardi di euro già stanziati il 6 maggio dell’anno scorso. A questi oneri occorre addizionare le garanzie che l’Unione europea fornirà per favorire la cosiddetta partecipazione volontaria delle banche a sostituire le obbligazioni greche in scadenza tra il 2011 e il 2014 tramite scambio o allungamento delle scadenze.
In altre parole, si persevera nel seguire la strada già percorsa per affrontare il dissesto del sistema bancario successivo al fallimento della Lehman Brothers (…) senza avere la più pallida idea se questo sforzo finanziario basterà per salvare la Grecia e soprattutto se sarà sufficiente a far sopravvivere la moneta unica europea.

Questi nuovi capitali non basteranno per permettere al Governo greco di ritornare a finanziarsi sui mercati. (…) Il trasferimento di gran parte dei debiti greci in capo agli altri Paesi europei «salverà» la Grecia per un po’ di tempo, ma non basterà a risollevare le sorti del Paese e ad evitare il fallimento.
L’Unione europea non ha la forza per varare piani di salvataggio di proporzioni analoghe per gli altri Paesi in difficoltà (…) Mentre il raggio d’azione del Fondo salva-Stati è stato notevolmente ampliato, non si è provveduto ad aumentare congruamente i mezzi finanziari a sua disposizione.
L’EFSF può emettere fino a 225 miliardi di euro di obbligazioni sui mercati che godono delle garanzie irrevocabili e incondizionate dei singoli Stati membri di Eurolandia.
La partecipazione ai salvataggi di Irlanda e Portogallo è già costata al Fondo 43 miliardi di euro. Ora dovrà anche versare 73 miliardi per il secondo piano di aiuti alla Grecia e accollarsi il costo dell’allungamento di queste linee di credito e di riduzione dei tassi di interesse che potranno scendere fino al 3,5%.
(…) Il Fondo salva-Stati non ha risorse sufficienti per affrontare questi compiti e quindi l’intero roboante piano varato a Bruxelles assomiglia ad una nuova versione della Linea Maginot destinata a crollare o ad essere aggirata al primo assalto.”