Il presidente dell’agenzia di rating statunitense Standard & Poor’s, Deven Sharma, è stato licenziato. Una partenza che pare strettamente connessa con il declassamento della nota del debito degli Stati Uniti e la conseguente apertura di un’inchiesta sull’agenzia da parte della SEC e dal governo di Washington.
Un legame tra questi eventi viene fermamente negato dal Financial Times. Secondo il giornale economico, la partenza di Sherma era sul tavolo delle discussioni da diversi mesi ed avviene di comune accordo fra le parti. Sherma infatti sarebbe intenzionato “a cogliere altre opportunità professionali”.
Già dal prossimo 12 settembre la presidenza di S&P verrà assunta da Douglas Peterson, direttore delle risorse presso il colosso bancario Citigroup.
Sherma resterà nel gruppo sino a fine anno e poi se ne andrà in maniera definitiva.
Dopo il declassamento della nota sul debito degli Stati Uniti, il 5 agosto, la SEC (la commissione che vigila sui mercati) e il Dipartimento della Giustizia hanno messo l’agenzia sotto inchiesta per i giudizi positivi che aveva attribuito in maniera impropria ai titoli tossici che nel 2008 avevano largamente contribuito a scatenare la crisi economica. In molti vedono in questa mossa una vendetta per il downgrade di inizio agosto.
Diversi dipendenti di S&P sono già stati interrogati. Da quanto emerge, appare che gli analisti che intendevano abbassare il rating su alcune obbligazioni garantite da mutui immobiliari venivano dissuasi dal farlo dai loro superiori o per influenze esterne.
Se saranno rilevate colpe inequivocabili, il governo statunitense coinvolgerà l’agenzia di rating in un procedimento giudiziario.
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