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I colloqui di ieri a Roma fra la rappresentanza parlamentare svizzera e quella italiana hanno lasciato presagire buone prospettive per il contenzioso sui fondi nascosti nelle banche svizzere da cittadini italiani. Cifre che vanno dai 9 ai 13 miliardi di euro e che rientrerebbero in Italia come sanatoria per gli anni passati. Inoltre, ogni anno l’Italia riceverebbe un versamento pari circa a due miliardi di euro.

All’incontro era presente anche Lamberto Dini, presi­dente della Commissione esteri del Sena­to. Il ministro dell’economia italiano Giulio Tremonti è invece stato assente dal tavolo delle trattative, verosimilmente per evitare tensioni indesiderate.
Per la parte svizzera, la rappresentanza del Consiglio degli Stati era guidata da Dick Marty, in veste di presidente della Commissione per l’econo­mia e i tributi e da Filippo Lombardi, vice presiden­te della Camera. Pure presente Alfred Gysi, presidente dell’As­sociazione banche estere in Svizzera.

Lamberto Dini ha confermato che la proposta svizzera per la conclusione con l’Italia di un accordo fiscale simile a quello concluso con Germania e Gran Bretagna sarà trasmessa al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi.
La delegazione svizzera ha espresso soddisfazione per la volontà dei parlamentari italiani di aprire il negoziato in tempi brevi, verosimilmente entro la primavera del prossimo anno.