Sulla copertina dell’ultimo numero della rivista francese Libération, il viso di Martine Aubry, candidata socialista alle primarie per le presidenziali del prossimo anno, si stacca netto su un fondo nero. Sembra spuntare nel buio della notte per incenerire chi si azzarda a farsi trovare fuori casa dopo il tramonto. Maquillage glaciale, sguardo freddo, pallide labbra serrate e colorito cadaverico. Inquietante.
La copertina fa discutere e non piace. D’istinto fa sorgere una precisa domanda: “Lei? Dovrei votare lei? Oh, que non!”
All’interno, nelle pagine dell’intervista la donna appare sorridente e vestita di rosso si esprime a ruota libera per difendere le sue idee. In copertina invece l’atmosfera è lugubre, il viso pare quello di una donna determinata a schiacciare senza pietà chi osa pararsi di fronte e ostacolare la sua ascesa all’Eliseo. Uno spettro, spauracchio di colleghi di partito e di rivali.
Al riguardo sono divertenti i commenti lasciati su Twitter: Più che “La politique telle que je l’aime” il titolo per questa foto sarebbe “Statemi alla larga”. E ancora: “Votatemi. Per ridurre il numero dei disoccupati mangerò i vostri figli.”