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Prosegue sul Corriere del Ticino l’interessante serie di interviste ai presidenti dei partiti in vista delle elezioni federali del 23 ottobre.

Oggi si esprime Giuliano Bignasca, che subito precisa: “Per la Lega non sarà un exploit come alle cantonali, ma resteremo sopra il 20%. Abbiamo una lista competitiva, che può reggere facilmente al ritorno in campo dei perdenti di aprile.”
Riguardo all’alleanza Lega-UDC sancita per queste elezioni, Bignasca commenta che si tratta di un’alleanza che può essere sciolta: “Se l’UDC ci dimostrerà, ad inizio legislatura, di tener conto dei problemi del Canton Ticino aderiremo al loro gruppo; in caso contrario ognuno per la sua strada.”

Bignasca mette poi l’accento sulle questioni aperte fra il Ticino e il governo federale. Cita “frontalieri, AlpTransit, cassa malati, raddoppio del Gottardo, questione dei rustici, trattato di doppia imposizione, controllo delle frontiere e rapine bernesi ai danni dei nostri casinò.”
Il suo avvertimento è chiaro: “Come Lega siamo pronti ad usare anche le maniere forti: i balivi sono avvisati.”
Riguardo alle trattative sulla doppia imposizione con l’Italia, predica la calma: “Non c’è nessuna fretta di andare a Roma a trattare e men che meno c’è fretta di sbloccare i ristorni.
Nei prossimi 60 giorni vedremo come si evolveranno finanziariamente e politicamente le cose in Italia. Ma è chiaro che non sbloccheremo un centesimo fino a quando Tremonti o chi per esso non avrà messo la propria firma su un trattato di doppia imposizione che non deve solo accontentare Berna e le grandi banche, ma deve preservare anche la piazza finanziaria ticinese e luganese, segnatamente i suoi 15 mila posti di lavoro.”

Non manca ovviamente la richiesta di un commento sul tema del momento, ossia il caso Banca Stato.
Bignasca spiega come a suo modo di vedere Banca Stato non ha solamente problemi di comunicazione: “Banca Stato deve sapere che non deve avventurarsi in operazioni da casinò della finanza. E’ la banca di tutti i ticinesi: deve erogare a questi ultimi crediti ed ipoteche e fare in modo che i loro risparmi non finiscono in balia degli squali finanziari.
Non ricordo chi abbia assunto Barbuscia, se Marina Masoni o Fulvio Pelli; di sicuro non era il direttore adatto. Come tutti hanno potuto vedere, la comunicazione di Fulvio Pelli sull’allontanamento di Barbuscia è stata pessima ed ha provocato un maremoto. Pelli ha sbagliato ed avrebbe dovuto ammetterlo subito.”

L’intervista, della quale abbiamo riportato alcuni passaggi, finisce con una bacchettata al giornalista del CdT, che gli chiede se dopo 20 anni passati alla guida della Lega dei Ticinesi Bignasca non pensa di lasciare il posto a qualcun altro.
“Domanda del menga – risponde – Lo penso un giorno sì e un giorno no, dal momento che conosco la mia data di nascita. Ma non si preoccupi: se per fare il presidente del PLR non c’è di sicuro la fila fuori dalla porta, può darsi che per la Lega la situazione si presenti diversamente.”