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Senza una consistente rinuncia da parte dei creditori nessuna chance per la Grecia. L’UBS non ha peli sulla lingua: il default della Grecia ci sarà e le conseguenze per gli investitori saranno pesanti. Adesso si tratta di salvare il capitale.

UBS non crede che la Grecia sarà salvata. “La nazione greca non può più sfuggire a lungo al fallimento globale – scrive la banca in un voluminoso rapporto di analisi – L’insolvibilità subentrerà a marzo 2012, ossia nel momento di maggior fabbisogno di rifinanziamento… Il default greco sarà seguito con grande probabilità da una recessione nella Zona euro. I mercati azionari cadranno ulteriormente, la volatilità si manterrà a livelli molto elevati. Gli investitori dovrebbero adeguare i portafogli alle possibili conseguenze delle previste turbolenze, rispettivamente valutare l’uscita ora dai mercati senza esitazione, nemmeno nel caso in cui ciò dovesse causare una perdita.”

Il consiglio di UBS è salvare il patrimonio. A breve termine mantenersi liquidi è la soluzione più sicura. Un reddito negativo non è da temere, salvo in caso d’inflazione.
Una valida alternativa è data dall’oro che nei prossimi dodici mesi dovrebbe raggiungere quota 2‘200 dollari l‘oncia. Nel settore obbligazionario l’UBS consiglia titoli sicuri di compagnie al di fuori del settore finanziario e, a seconda della propensione al rischio pure gli emerging market-bonds.
Secondo UBS è meglio evitare investimenti nelle valute euro e dollaro.

E’ da temere una recessione probabilmente marcata nella Zona euro, in seguito ad una reazione a catena, poiché il fallimento greco metterebbe a rischio altre obbligazioni di altri Stati fortemente indebitati. Gli accresciuti costi di finanziamento sarebbero affrontati con misure di risparmio, aumenti del carico fiscale e rinuncia a investimenti. Questo d’altronde si sta già verificando in Grecia attualmente, ma nel caso di fallimento si espanderà all’intera zona euro.
Dato che gli sviluppi dipendono comunque dalle decisioni che la politica adotterà, gli analisti UBS consigliano di tenere sott’occhio alcuni indicatori, come i rendimenti dei titoli di stato delle fragili Italia e Spagna, o gli indicatori di volatilità che traducono molto bene la nervosità e le aspettative dei mercati.

(Ticinolive/Cash.ch)